Durante gli ultimi giorni, all’interno del Parlamento europeo, ha ricevuto nuova spinta una proposta che prevede una soglia minima per il pagamento di stage e tirocini retribuiti in tutta l’Unione europea.
Al momento non ci sono ancora cifre certe, ma la proposta è stata ideata dai Socialisti europei, che vorrebbero legarla al salario minimo.
La norma, come fa sapere quifinanza, dovrebbe garantire agli studenti e alle persone in formazione la possibilità di accettare tirocini retribuiti al di fuori dei propri confini nazionali, senza preoccuparsi della retribuzione.
Dovrebbe però anche aiutare a combattere i falsi tirocini, che mascherano impieghi lavorativi, molto diffusi anche nel nostro Paese.
A proporre l’approvazione di una direttiva europea sulle retribuzioni di stage e tirocini è stata Alicia Homs, deputata spagnola del gruppo dei Socialisti e Democratici europei, di cui fa parte anche il Partito democratico.
L’idea è quella di collegare al nuovo testo sul salario minimo europeo una norma che regoli anche i tirocini.
Homs ha spiegato:
“È necessario che a livello europeo si impongano standard minimi, sui quali i Paesi membri possano poi costruire le proprie legislazioni a protezione dei tirocinanti.
Troppi datori di lavoro oggi traggono vantaggio dall’attuale ‘far west’ dei tirocini”.
La norma non è però pensata soltanto per contrastare il fenomeno degli stage fasulli.
L’idea è anche quella di favorire la mobilità di studenti e altro personale lavorativo in formazione, attraverso una legge che renda più omogenea la situazione dei contratti di tirocinio in tutta l’Ue. Ha continuato l’eurodeputata spagnola:
Gli stagisti in tutta Europa devono sapere che, se ci si sposta dalla Spagna alla Francia per esempio, i diritti devono sempre essere garantiti.
Come detto, il Parlamento europeo ha improvvisamente accelerato su questa norma.
La discussione nella commissione competente, la commissione Lavoro, è prevista entro il 23 settembre.
In questo modo, il testo definitivo dovrebbe essere votato dall’assemblea plenaria entro la seconda sessione di ottobre.
L’obiettivo dei socialisti è quello di legare questa norma alla direttiva sui salari minimi adeguati, del 2024.
Questa norma non stabilisce un salario minimo in Unione europea, ma fissa dei parametri che ogni Stato membro, a seconda della propria economia, dovrebbe rispettare per quanto riguarda le retribuzioni.
L’Italia è esclusa da questa norma, perché una parte molto ampia della forza lavoro nel nostro Paese, pur non avendo un salario minimo, è coperta da un contratto collettivo nazionale.
In Italia i tirocini e gli stage retribuiti non sono considerati veri contratti lavorativi.
Dovrebbero infatti regolamentare periodi che si concentrano soprattutto sulla formazione, all’inizio della carriera.
La retribuzione, che è di fatto un rimborso spese, non prevede straordinari, ferie pagate o malattia, ed è molto bassa.
Le cifre cambiano per ogni regione, ma vanno da 300 euro al mese a un massimo di 800 euro al mese.
I tirocini dovrebbero essere limitati nel tempo, ma spesso alcuni datori di lavoro li sfruttano per assumere personale a bassissimo costo per brevi periodi, approfittando dei diritti limitatissimi che questi contratti garantiscono al lavoratore.