Matera, le residenze e i progetti di Gardentopia diventano un film!

Le residenze e i progetti di Gardentopia – il progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 –  sulla cultura del verde e la cittadinanza attiva ibridati dall’arte contemporanea, diventano un film.

L’utopia green che trasforma i giardini in luoghi di comunità accessibili a tutta la cittadinanza, che ha coinvolto 18 artisti coordinati dalla curatrice Pelin Tan nella creazione di 32 giardini di comunità (diffusi in tutta la regione), saranno protagonisti di una pellicola Anton Vidokle.

Artista ed editor della popolare piattaforma eflux è nato a Mosca e vive e lavora tra New York e Berlino.

Le opere di Vidokle sono state esposte in importanti contesti internazionali come: Documenta 13 a Kassel e la 56. Biennale di Venezia.

Ma anche a Bergen Assembly; la Shanghai Biennale; la 65. e 66. Berlinale; a Forum Expanded e in rilevanti musei ed istituzioni di tutto il mondo quali la Tate Modern, il Centre Pompidou, il Garage Museum, lo Stedelijk Museum, tra gli altri.

L’interesse dell’artista per le piante, il cosmo e le persone emerge in maniera evidente nel suo lavoro.

Per Gardentopia realizzerà un film con la partecipazione dei cittadini di Oliveto Lucano.

Sarà allo stesso tempo un documentario sul festival del matrimonio degli alberi che si tiene annualmente in Basilicata, ma anche una fiction, che racconterà la storia di tre alberi antropomorfi.

Nelle parole di Anton Vidokle, ci sono le motivazioni di un processo creativo, che fino al 12 Agosto, in residenza ad Oliveto Lucano (Matera), riguarderà le riprese del suo film sperimentale dal titolo “Autotrofia”, con il coinvolgimento attivo della comunità locale:

“Quando ho ricevuto l’invito di Pelin Tan a sviluppare un progetto per la sua Gardentopia, ho iniziato a pensare alla storia dei giardini e al modo in cui risuonano in varie culture, legati ai simboli di immortalità e morte, peccato, punizione, lavoro, sesso e sostanzialmente a tutte le principali domande e paure esistenziali che gli umani hanno”.