“Nel mese più caldo dell’anno, mentre molti si concedono una pausa estiva, ci sono emergenze che purtroppo non vanno mai in vacanza.
È il caso della violenza domestica, come dimostra la testimonianza di una donna lucana – che tuteliamo nell’anonimato – che ci ha affidato il suo drammatico racconto.
Dopo aver denunciato l’ex compagno, la sua vita è precipitata in un nuovo incubo fatto di pedinamenti, minacce, atti persecutori e intimidazioni, fino all’incendio della sua automobile, episodio su cui sono in corso indagini”.
Lo dichiarano le consigliere regionali del M5s, Viviana Verri e Alessia Araneo che aggiungono:
“La donna, che si è rivolta a un centro antiviolenza e cerca faticosamente di ricostruire la propria vita insieme alla figlia, lancia un appello alle istituzioni: denuncia il senso di abbandono e di giudizio che ha percepito nella sua comunità, contrapposto alle tante dichiarazioni di principio su inclusione e solidarietà.
Colpiscono, nella sua lettera, frasi come: ‘mi rendo conto che tutte le fiaccolate, i convegni, gli incontri istituzionali sui temi della violenza di genere sono solo parole vuote che si perdono all’interno delle aule scolastiche così come all’interno delle stanze delle istituzioni’.
Parole che non possono lasciarci indifferenti e che confermano quanto ancora resti da fare per rendere efficaci le politiche di contrasto alla violenza di genere.
Se da un lato l’inasprimento delle pene con il ‘Codice Rosso’ e l’impegno delle forze dell’ordine rappresentano presìdi essenziali, dall’altro lato è fondamentale un’assunzione di responsabilità collettiva: cittadini, istituzioni scolastiche, parrocchie e politica devono fare rete per restituire libertà e dignità alle donne, che passa innanzitutto dall’indipendenza economica e dalla possibilità di ricominciare.
In Basilicata, sul finire della scorsa consiliatura, è stata approvata la legge istitutiva del Reddito di libertà, misura di sostegno per aiutare le donne a svincolarsi dalla dipendenza economica dal partner violento.
Ma le risorse stanziate – appena 40.000 euro – risultano del tutto insufficienti rispetto al numero potenzialmente elevato di beneficiarie.
Come forza politica che, sin dall’inizio del mandato, ha svolto un ruolo propositivo sulle politiche di genere, presentando diverse proposte di legge, ci impegniamo affinché la normativa regionale venga migliorata: aumentando la dotazione finanziaria, rafforzando le politiche attive del lavoro dedicate alle vittime di violenza e promuovendo una vera cultura della prevenzione e della sensibilizzazione.
La violenza non termina quando una donna riesce a lasciarsi alle spalle un ambiente domestico tossico.
Finisce davvero solo quando chi l’ha subita può tornare a vivere una vita libera da paure e pregiudizi, sperimentando concretamente inclusione, solidarietà e parità di genere.
Valori che non devono restare parole da celebrare solo ogni 25 novembre, ma impegni concreti di ogni giorno”.