Continua il trend positivo per quanto riguarda il mercato del lavoro.
Il numero di occupati a luglio raggiunge i 24,2 milioni, registrando un incremento di 13mila unità (+0,1%) rispetto al mese precedente.
A questo dato, come fa sapere quifinanza, si accompagna il calo significativo del tasso di disoccupazione, che scende al 6% dal 6,3% di giugno.
La crescita non è però uniforme: trainano il risultato gli uomini, i lavoratori dipendenti e le fasce d’età 15-24 e 35-49 anni, mentre faticano le donne, gli autonomi e le altre classi d’età.
Lo attestano i nuovi dati dell’Istat.
Con questi nuovi dati, il tasso di occupazione sale complessivamente al 62,8%.
E il confronto con l’anno precedente è ancor più incoraggiante: su base annua, gli occupati sono aumentati di 218mila unità.
Sul fronte della disoccupazione, si registra una netta diminuzione secondo l’ultimo report dell’Istat:
- i disoccupati scendono del 4,6% (-74mila unità);
- il tasso di disoccupazione si attesta al 6,0% (-0,3 punti);
- il dato sui giovani scende al 18,7% (-1,4 punti).
Aumentano lievemente gli inattivi, ovvero coloro che non lavorano e non cercano un impiego (+30mila).
La crescita interessa le donne, i 25-34enni e chi ha almeno 50 anni; tra gli uomini, i 15-24enni e i 35-49enni il numero di inattivi è invece in diminuzione.
Il tasso di inattività sale al 33,2% (+0,1 punti).
Analizzando la situazione per posizione professionale, la crescita è trainata principalmente dai lavoratori dipendenti, che nel complesso salgono a 19 milioni di unità (+26mila, +0,1%).
All’interno di questa categoria, si osserva un andamento differenziato:
- i dipendenti a tempo indeterminato crescono dello 0,1% (+10mila unità), raggiungendo 16 milioni di persone;
- i dipendenti a termine registrano un aumento più marcato dello 0,7% (+17mila unità), portandosi a 2 milioni e mezzo di persone;
- in controtendenza, il numero degli occupati indipendenti segna una flessione dello 0,3% (-14.000 unità), attestandosi a 5 milioni e 200mila.
Su base tendenziale (da luglio 2024 a luglio 2025), il quadro è complessivamente positivo con una crescita generale dell’occupazione dello 0,9% (+218mila unità).
Numeri che fanno esultare governo e maggioranza, a partire dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni:
“Numeri incoraggianti, che confermano l’efficacia delle misure messe in campo e ci spingono a proseguire con determinazione su questa strada: più opportunità, più lavoro, più crescita per l’Italia”, scrive su X la premier.
Ma la lettura politica dei dati economici non è univoca.
Per Elisa Pirro, capogruppo M5S in Commissione bilancio del Senato, il dato è più che trainato dall’aumento dell’occupazione over 50, mentre nelle altre fasce di età l’occupazione o diminuisce o resta stabile.
L’occupazione cresce solo grazie agli over 50, frutto di una politica del “fine lavoro mai” portata avanti dal falco Giorgetti, a colpi di machete su tutti i canali di pensionamento e a colpi di irrigidimento dei requisiti pensionistici in generale.
Alla faccia dei racconti da bar della Lega, che tuonava di superamenti della legge Fornero.
Per non parlare del fatto che questi aumenti occupazionali sono contraddistinti da lavoro povero.