Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Viviana Verri e Alessia Araneo (Consigliere regionali M5S Basilicata):
“Che in Basilicata il tema del lavoro sia all’ordine del giorno lo dimostrano le numerose vertenze che occupano quotidianamente le cronache e l’agenda politica: da Stellantis a Smartpaper, senza dimenticare le tante piccole e medie aziende che combattono per sopravvivere alle crisi di mercato.
In questo scenario già complesso, però, c’è un’emergenza che riguarda anche i salari di alcune categorie di lavoratori, che si sono rivolti con un’accorata lettera ai consiglieri regionali e sono stati ascoltati in Seconda Commissione; sono i lavoratori del servizio antincendio a supporto del sistema di emergenza/urgenza degli ospedali di Matera e Potenza, che lavorano con una retribuzione media “lorda” di 7,45 €/ora (circa 6,00 €/ora netti).
Una cifra che è prevista dal Contratto Collettivo Nazionale per il settore “Sorveglianza Antincendio”, stipulato nell’ormai lontano 2009 e mai adeguato ai costi della vita che, nel frattempo, sono notevolmente lievitati nel corso degli anni.
Siamo ben consapevoli che quando si affida un servizio in appalto, come è accaduto anche in Basilicata per il servizio antincendio, si è tenuti ad applicare i contratti collettivi previsti per ciascuna categoria di lavoratori e che l’adeguamento dei salari vada affrontato nelle sedi deputate alla contrattazione collettiva, ma crediamo anche che la politica non possa rimanere indifferente di fronte ad un grido di allarme così forte.
Per dette ragioni, durante il consiglio del 28 ottobre, abbiamo depositato una mozione con la quale chiediamo al Governo regionale di attivarsi in ogni sede utile, politica o istituzionale che sia, affinché si apra un percorso di revisione del CCNL del settore “Sorveglianza Antincendio” e a questi lavoratori sia riconosciuto un salario dignitoso.
Una simile vicenda ci dimostra, ancora una volta, quanto sia importante ed urgente una legge sul salario minimo garantito a 9 euro l’ora, come proposto a livello nazionale dal M5S unitamente al PD e ad AVS, proposta respinta dal governo Meloni in favore di una più generica norma che stabilisce che il trattamento economico minimo dei lavoratori venga determinato in base ai contratti collettivi nazionali più rappresentativi e diffusi.
E’ evidente che, in una situazione come quella dei lavoratori antincendio, neppure l’applicazione del CCNL di categoria offra adeguate garanzie salariali, e a pagarne le conseguenze sono sempre i lavoratori, penalizzati da retribuzioni spesso insufficienti ad arrivare a fine mese.
Anche a livello regionale abbiamo presentato una mozione volta ad applicare il salario minimo garantito in tutti i contratti d’appalto commissionati dalla Regione e dagli enti subregionali ma, ad oggi, la mozione giace nei cassetti del consiglio in attesa di essere discussa.
Nel frattempo e nell’indifferenza della maggioranza, ai lavoratori del settore antincendio non resta che sperare nel lavoro delle rappresentanze sindacali per vedersi riconosciuto il diritto “ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, così recita l’articolo 36 della Costituzione che, però, per oltre 3 milioni di lavoratori in Italia, resta ancora un principio inattuato”.






















