Il decreto Sicurezza è legge, nuovi reati e pene più dure: ecco tutte le novità

Il decreto Sicurezza è legge.

Il testo è passato anche al Senato, completando così l’iter di approvazione, con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione. ù

Un testo che è stato duramente contestato fa sapere quifinanza sia prima che dopo l’approvazione dall’opposizione, che lo considera troppo duro, introducendo nuovi reati e aumentando la pena per altri.

Come già avvenuto alla Camera, anche a Palazzo Madama il governo ha posto la fiducia sul provvedimento, per limitare le modifiche e mostrare compattezza nella maggioranza.

Vive le proteste in Senato, con i senatori dell’opposizione che per protesta si sono seduti a terra davanti ai banchi del governo, urlando “Vergogna, vergogna” e chiedendo di convocare la conferenza dei capigruppo. Ci sono stati anche dei momenti di tensioni, con diverse risse sfiorate ma per fortuna senza nessuna conseguenza.

Il testo si compone di 39 articoli che recepiscono in gran parte il disegno di legge del 2023 e con 12 di questi che hanno subito modifiche.

Tra i nuovi reati c’è quello dell’occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, punibile con la reclusione da 2 a 7 anni.

Si introduce, inoltre, una procedura volta ad accelerare la reintegrazione nel possesso dell’immobile occupato, qualora lo stesso risulti quale unica abitazione effettiva di chi denuncia.

Una misura che mira ad accelerare le tempistiche di sgombero, spesso rallentate da iter giudiziari complessi.

Il decreto istituisce pene severe anche per chi protesta pacificamente bloccando il traffico o scende in piazza contro un’opera pubblica.

In sostanza, diventa illecito penale il blocco stradale o ferroviario.

Le opposizioni hanno ribattezzato questa come “norma anti-Gandhi”; la misura prevede il carcere fino a un mese per chi da solo blocca una strada o una ferrovia e da sei mesi a due anni se il reato viene commesso da più persone riunite.

Tra le norme più contestate del decreto, l’articolo interviene in materia di esecuzione della pena per donne incinte e con figli, con l’abrogazione della disposizione che prevede il rinvio obbligatorio e l’introduzione del rinvio facoltativo della pena e la previsione dell’impossibilità del rinvio facoltativo se da ciò derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti.

Per le donne incinte o le mamme con bambini sotto l’anno di età scatta l’obbligo per il giudice di eseguire la misura della custodia cautelare negli istituti a custodia attenuata.

Sempre in tema carceri, si introduce il nuovo reato della rivolta nelle sedi carcerarie e prevede la punibilità con la reclusione da 1 a 5 anni.

A venire puniti non saranno solo gli atti di violenza o minaccia, ma anche forme di resistenza passiva che impediscano il corretto svolgimento delle attività di sicurezza interna.

Pene più severe per chi partecipa a rivolte nei centri di trattenimento per migranti, con reclusione fino a 18 anni nei casi più gravi. Semplificate anche le procedure per costruire nuovi centri.

Prevista una nuova circostanza aggravante per i delitti contro la vita e l’incolumità pubblica e individuale, contro la libertà personale e contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio: quella di aver commesso il fatto all’interno o nelle immediate adiacenze delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane o all’interno dei convogli adibiti al trasporto passeggeri.

Nella nuova formulazione, è stato ridefinito l’ambito dei delitti rispetto ai quali la nuova circostanza aggravante esprime un grado di maggiore offensività tale da giustificare l’aumento di pena.

Aumentano anche i poteri del Daspo urbano, ossia il divieto di frequentare determinate aree delle città, anche a chi sia stato denunciato o condannato (anche senza sentenza definitiva) per reati contro la persona o il patrimonio in ambito di trasporto pubblico.

Pene più dure per i reati di blocco stradale o ferroviario, non più considerati un illecito amministrativo ma un reato penale.

Stop alla coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli industriali consentiti.

Il commercio o la cessione di infiorescenze viene punito con le norme del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti, parificando, dunque, la cannabis light a quella non light.

Ma è stata inserita nel decreto legge, nell’ambito delle coltivazioni lecite, la produzione agricola di semi destinati agli usi consentiti dalla legge entro i limiti di contaminazione stabiliti dal ministro della Salute con decreto.

Anche in tema minori ci sono delle novità; il decreto aumenta la pena per l’induzione all’accattonaggio per l’impiego di minori sino a 16 anni (e non più 14 com’era prima) e introduce un’aggravante se il fatto è commesso con violenza o minaccia o nei confronti di persona minore degli anni sedici o comunque non imputabile.

Il Dl autorizza anche l’assunzione a tempo indeterminato di cento unità di personale non dirigenziale del corpo della polizia locale per le esigenze della città di Palermo.

Vengono inoltre rafforzati gli strumenti di deterrenza e di repressione delle truffe agli anziani, mediante l’introduzione di una specifica ipotesi di truffa aggravata (da due a sei anni e multa da 700 a 3mila euro) con arresto in flagranza.

Alla Camera nel Ddl è stato introdotto l’aumento della pena fino a un terzo per il reato di danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche, commesso con violenza alla persona o con minaccia, punito con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni e multa fino a 15mila euro.

Arriva anche l’ulteriore aggravante in caso di atti violenti commessi al fine di impedire la realizzazione di un’infrastruttura (che l’opposizione ha rinominato come “norma anti no Ponte o no Tav”); le infrastrutture che finiscono nel mirino di questo articolo sono quelle destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici.

Viene introdotto anche un nuovo reato, quello di lesioni personali a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni.

Novità è anche la bodycam sulle divise, ossia i dispositivi di videosorveglianza atti a registrare l’attività operativa nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonché in ambito ferroviario e a bordo treno.

La stessa facoltà è prevista nei luoghi e negli ambienti in cui vengono trattenute persone sottoposte a restrizione della libertà personale. Gli agenti sono anche autorizzati a portare armi private senza licenza quando non sono in servizio.

Sempre in tema polizia, c’è anche l’inasprimento delle sanzioni per gli obblighi impartiti dal personale della polizia stradale, per esempio chi non s ferma all’alt imposto dalle forze dell’ordine. La pena prevede la sospensione della patente di guida da 15 a 30 giorni in caso di recidiva per le violazioni previste.