“L’allarme lanciato in queste ore dalle associazioni agricole e imprenditoriali, confermato dai dati statistici nazionali e regionali sugli effetti dei dazi introdotti dall’amministrazione Trump – con una perdita già superiore del previsto – non può lasciarci indifferenti.
Le esportazioni lucane di pasta, prodotti da forno, vini, bevande, ma anche il comparto del mobile imbottito e altri distretti manifatturieri, rischiano di subire un colpo durissimo che si traduce non solo in minori ricavi per le aziende, ma in una riduzione di competitività sui mercati internazionali, con pesanti conseguenze per l’intera economia regionale.”
Lo dichiara il consigliere regionale Roberto Cifarelli, sottolineando la necessità di:
“mettere in campo misure specifiche, mirate e tempestive, che da un lato sostengono gli operatori in questa fase critica e dall’altro rafforzino le strategie di internazionalizzazione delle nostre imprese, valorizzando la qualità e l’unicità delle produzioni lucane.
Non possiamo limitarci a registrare le perdite ma occorre reagire con determinazione garantendo sostegni economici immediati, accesso agevolato al credito, strumenti di tutela dei redditi e, al tempo stesso, lavorando per diversificare i mercati di sbocco.
Bisogna aprire nuove opportunità in Europa e nei Paesi emergenti, caratterizzando il più possibile il Made in Basilicata come simbolo riconosciuto di eccellenza e identità, capace di superare le barriere commerciali.
Da tempo sottolineo l’esigenza di rilanciare i distretti di cui alla Legge Regionale n. 1/2001 e pertanto ritengo necessario attivare subito un tavolo di confronto con le organizzazioni datoriali, le associazioni di categoria e i rappresentanti delle filiere produttive, al fine di approfondire la portata dei danni e strutturare insieme le misure più adeguate da proporre al governo nazionale e all’Unione Europea.
Solo attraverso un approccio condiviso e partecipato sarà possibile individuare strumenti realmente efficaci e capaci di dare respiro all’intero sistema produttivo lucano.
Il comparto agroalimentare, il distretto del mobile imbottito e le altre realtà manifatturiere della Basilicata rappresentano un patrimonio economico, sociale e culturale che non può essere lasciato solo di fronte a scenari globali instabili.
È nostro dovere istituzionale difenderlo e rafforzarlo, affinché diventi sempre più motore di crescita, lavoro e sviluppo per la Basilicata e per l’intero Mezzogiorno.”