Sciopero a Matera: ecco la manifestazione e il percorso del corteo

Sono oltre 80 le piazze italiane in cui sono state indette iniziative in occasione dello sciopero generale del 22 settembre, una mobilitazione che continua a crescere in queste ore e vedrà la partecipazione di migliaia di persone.

Anche in Basilicata sono previsti due appuntamenti.

Una manifestazione con corteo che vedrà alle ore 8.30 il concentramento degli studenti a piazza Don Bosco a Potenza con corteo che interesserà viale Firenze, Via Di Giura, via Lazio e si incontrerà con il concentramento dei lavoratori, dei precari, dei pensionati e delle altre associazioni aderenti in via Aldo Moro.

Partendo da lì il corteo raggiungerà via Mazzini  e proseguirà sino a piazza Mario Pagano attraversando via Mazzini, Corso Umberto ,Piazza XVIII  Agosto , Corso XVIII Agosto, Via Bonaventura e  Via Pretoria.

Altro appuntamento previsto è un Presidio alle 17,00 sotto il Palazzo della Prefettura in Piazza Vittorio Veneto a Matera.

Come fa sapere Federazione Basilicata (USB):

“Lo sciopero è proclamato in risposta al genocidio in corso nella Striscia di Gaza, al blocco degli aiuti umanitari da parte dell’esercito israeliano e alle minacce rivolte contro la missione internazionale Global Sumud Flotilla, che vede a bordo anche lavoratori e sindacalisti italiani impegnati a portare derrate alimentari e beni di prima necessità alla popolazione palestinese.

Viene denunciata inoltre l’inerzia del Governo italiano e dell’Unione Europea, che rifiutano di imporre sanzioni allo Stato di Israele e continuano a intrattenere relazioni economiche e istituzionali nonostante la gravità della situazione.

Ma lo sciopero non è solo contro il genocidio del popolo palestinese e per difendere una operazione umanitaria e rompere l’assedio di Gaza.

Lo sciopero è contro la guerra e l’enorme aumento delle spese militari.

Il governo Meloni non fa niente per fermare Israele ma, contemporaneamente, sta aumentando a dismisura le spese per costruire e acquistare nuovi armamenti.

Non ci sono soldi per aumentare i salari, per combattere la precarietà, per un sistema sanitario efficiente, per aumentare le pensioni minime o ridurre gli anni di lavoro per arrivarci alla pensione.

Però c’è l’accettazione supina dell’aumento delle spese militari al 5% del bilancio nazionale e l’immediata adesione alla spesa degli 800 miliardi per il riarmo europeo.

Lo sciopero di domani impegna tutti noi, è la linea di demarcazione tra l’adesione passiva a scelte inumane e la possibilità di dire domani ai nostri figli io mi sono opposto alla carneficina”.