Bonifica ex Materit: “bomba sanitaria ed ecologica scelleratamente lasciata libera di esplodere”, a dirlo…

Il caso della mancata bonifica dell’area ex Materit, nella zona Ferrandina, torna prepotentemente a galla.

Il Senatore Lomuti presenta un’interrogazione scritta al Ministro dell’Ambiente Costa:

“È senza fine in Basilicata la questione della Materit e del suo pericoloso carico di amianto contenuto da decenni dentro un capannone abbandonato.

Si era finalmente giunti, nell’Accordo Quadro Rafforzato, sottoscritto dalla Regione Basilicata con il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero ambiente e della tutela del territorio e del mare, per un intervento di messa in sicurezza e bonifica di questa società che produceva manufatti in eternit in Valbasento.

Area industriale che, con la industrialmente defunta Anic, ha già un preoccupante carico di lavoratori colpiti da patologie asbesto simili, derivanti dalla presenza di questo terrificante elemento in tutti i giunti soggetti a forti fonti di calore e che si propaga respirandolo.

Ti ammali mentre lavori e respiri e quel che è drammatico, è che trasmetti il rischio di ammalarsi con una carezza o un abbraccio, quando rientri a casa e dismetti gli abiti di lavoro.

A ciò che ha determinato l’Anic, va aggiunta questa bomba sanitaria ed ecologica che scelleratamente è stata lasciata libera di esplodere in tutti questi anni e che incomprensibilmente sta ancora lì, nonostante la gara per lo smaltimento sia già stata espletata dalla Regione Basilicata.

Se l’è aggiudicata, dopo varie vicissitudini legali al TAR Basilicata e al Consiglio di Stato, la società ATI Simam Spa – La Carpia Domenico Srl e da più di un anno, il progetto di bonifica “Simam La Carpia”, è stato inviato al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Divisione III bonifiche e risanamento.

Nonostante numerosi solleciti, il progetto non è ancora in discussione e nessuna Conferenza di Servizi è stata finora convocata, nonostante la gravità della situazione e gli elevati rischi sanitari.

Per questa ragione, abbiamo chiesto al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in una interrogazione al Senato, le ragioni di questo ennesimo ritardo e quale sia lo stato dell’arte della bonifica in questione, al fine di tutelare le popolazioni del posto, ma anche la correttezza degli atti amministrativi”.