Basilicata: “siamo la Regione in cui si estrae la maggior parte del petrolio in Italia ma siamo fuori dal mondo perché disconnessi dai principali assi infrastrutturali”. La denuncia

“Siamo la Regione in cui si estrae la maggior parte del petrolio in Italia e allo stesso tempo viviamo la globalizzazione ma fuori dal mondo perché disconnessi dai principali assi infrastrutturali.

Forse è il caso di convocare un Consiglio Regionale per mettere a fuoco strategia, programmazione ed investimenti”.

Lo afferma Piro Lacorazza, capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale che aggiunge:

“Due premesse veloci.

La prima.

A fine anni duemila, quando si sottoscrisse l’accordo con ENI, fu, parallelamente, definita l’intesa con il Governo nazionale per investimenti in infrastrutture stradali, sanitarie, idriche, a cui si aggiunsero risorse di contrasto al dissesto idrogeologico e il completamento della metanizzazione per molti comuni. Risorse ingenti che al valore di oggi sarebbero una bella provvista finanziaria. La seconda premessa si inserisce nel dibattito attuale ed in particolare riguarda l’Alta Velocità, o meglio la tendenza ad andare più veloci sul ferro in Basilicata attraversandola tra la Campania e la Puglia. Nello specifico, da tempo si pone il tema dell’asse Potenza-Tito-Polla per godere di tutti i vantaggi di un treno davvero veloce, o più veloce, che sarebbe a beneficio del collegamento Taranto-Battipaglia e del collegamento Matera-Ferrandina. Più vicini i due capoluoghi su ferrovia, con l’aspirazione di Matera di collegarsi sulla dorsale tirrenica, oggi concretamente, e con la prospettiva di agganciare la dorsale adriatica. Ma la seconda premessa deve avere riscontro nei fatti, e gli atti parlano di risorse messe dal Governo Conte, con il protagonismo dell’allora sottosegretario Salvatore Margiotta: sulla tratta Battipaglia-Taranto sono circa 2,5 mld di euro messi a terra nel tratto Battipaglia-Romagnano e Grassano-Bernalda. Aggiungo, peraltro, che sulla Ferrandina-Matera le risorse, circa 300 milioni di euro, parlano ancora di centrosinistra con l’allora Governo Renzi e l’impegno della Senatrice Antezza, a cui si sono aggiunti circa 100 milioni di euro del PNRR con il Governo Conte”.

Sottolinea Lacorazza:

“Quanto contano queste due premesse che hanno una chiara matrice politica di centrosinistra?

Facciamo due conti quando si discute di infrastrutture in Basilicata.

Punto e a capo.

E ora?

Ora è necessario fare un altro passo assumendo una postura ferma e corretta, a tutela del territorio, anche in previsione del rinnovo della concessione ENI, in scadenza al 2029 e rinnovabile ogni cinque anni. Il No Oil, e più correttamente la transizione energetica, economica e sociale, la si definisce anche uscendo dal gap infrastrutturale. E allora senza giri di parole, è in questo spazio che si deve trovare una risposta alla possibilità di finanziare la bretella ferroviaria Potenza-Tito-Polla, oggetto del dibattito in corso, per dare maggiore velocità ai treni che attraversano la Basilicata.

Questa scelta non dovrebbe accantonare l’attuale tracciato, anzi valorizzarlo sia in termini di mobilità ordinaria, anche se conformata al nuovo assetto, che di progettualità in un sistema integrato di valorizzazione territoriale-turistica.

Allo stesso tempo sarebbe necessario che il territorio, su cui si realizzano le concessioni che portano beneficio ad ENI, Stato e Regione, avesse risposte concrete sia nella velocizzazione della SS 598 verso Sant’Arcangelo, Medio Agri, all’altezza della Diga del Pertusillo, sia nel collegamento tra la Val d’Agri e il Vallo di Diano per un migliore ed efficiente interscambio tra gomma e ferro, Alta Velocità, attraverso la strada per Montesano.

La strada “Saurina”, già in accordi precedenti (dal 1999), deve essere realizzata. Sulle infrastrutture che attengono all’area del petrolio pende da mesi un’interrogazione all’assessore Pepe, unitamente alla richiesta di risposta su una proposta che riguarda l’aviosuperficie di Grumento Nova, prospettiva dell’avio.

Non mi sfugge il collegamento di Matera verso la dorsale adriatica, come già detto. Così come è rilevante l’asse Potenza-Melfi-Foggia per avvicinarsi all’Alta Velocità Bari-Napoli-Roma.

Ma il Governo Bardi cosa fa?

E soprattutto il Governo Meloni mette a disposizione risorse per la ‘Regione del petrolio… e dell’acqua’?

Recentemente, il 12 settembre, l’AD Donnarumma di F.S. ha parlato di circa 100 mld di euro di investimenti nei prossimi cinque anni, evitando di deludere coloro che avevano riposto aspirazioni e sogni nel PNRR.

Si intuisce che si pensa a qualche meccanismo finanziario, anche privato, per alimentare gli investimenti.

In questo caso ENI potrebbe essere della partita?

Presumibilmente non si possono chiudere i rubinetti del Centro Oli a Viggiano, ma non si possono accettare riproposizioni di accordi che non hanno sempre dato buoni frutti.

C’è bisogno di altro; o meglio, anche di altro.

Se al centro deve esserci la transizione energetica ed economica in Basilicata il Governo nazionale deve essere in campo per la rilevanza industriale della questione petrolifera ed ENI fare la sua parte”.