“Abbassare la soglia ISEE per l’accesso ai contributi sui libri di testo non è una scelta tecnica, né un modo per “garantire sostegno alle fasce più deboli”, come ha recentemente dichiarato l’assessore Cupparo, è un errore politico che colpisce quelle famiglie che non rientrano nella povertà certificata, ma che ogni giorno provano, faticosamente, a garantire ai figli un’istruzione dignitosa.
Il diritto allo studio non è burocrazia.
Non è un modulo da compilare.
È un pilastro costituzionale, e tocca a noi impedire che scelte ragionieristiche creino nuove, intollerabili ingiustizie sociali.
Le famiglie lucane del ceto medio — già strangolate da inflazione, caro-energia, rincari continui — non possono essere considerate “non meritevoli” perché superano di qualche decimale parametri economici fissati al ribasso da chi evidentemente non fa la spesa.
Intendiamo sottolineare una realtà che i numeri freddi dell’ISEE non raccontano: molti nuclei familiari, formalmente sopra la soglia, non reggono più il peso dei libri di testo, che per una prima o seconda superiore superano tranquillamente i 400–500 euro a studente.
Una Regione che millanta attenzione per il futuro non può girare la testa dall’altra parte quando le famiglie annaspano.
L’ISEE non fotografa la realtà: fotografa un’astrazione.
E una soglia troppo bassa, come quella fissata dal governo Bardi a poco più di 15.000 euro in luogo dei 20.000 previsti in precedenza, trasforma una misura di sostegno in un privilegio.
Per queste ragioni la strada è una sola:
- Estendere la platea dei beneficiari, riportando la soglia ISEE a valori equi e ancorati alla realtà;
- Monitorare con il cronometro i tempi di riparto ai Comuni, perché i ritardi si pagano sulle spalle degli studenti;
- Rafforzare le misure di accompagnamento nelle zone interne, dove i costi indiretti — trasporti, materiali, digitalizzazione — sono una mannaia silenziosa.
Garantire il diritto allo studio significa non abbandonare nessuno.
Né chi vive in povertà assoluta né chi, pur restando formalmente a galla, annaspa quotidianamente.
La Regione riveda immediatamente le soglie e apra un confronto vero.
Noi continueremo a combattere per una Basilicata in cui l’accesso alla scuola sia universale davvero, non subordinato a parametri che ignorano la vita reale delle persone”.
Così scrivono Alessia Araneo e Viviana Verri (Consigliere regionali M5S Basilicata).






















