A Grassano prende vita “Coltiviamo l’Inclusione”, un progetto che sceglie l’agricoltura come strumento di lavoro, dignità e comunità. I dettagli

A Grassano (MT) prende vita Coltiviamo l’Inclusione, un progetto che sceglie l’agricoltura come strumento di lavoro, dignità e comunità.
Finanziato dal PSR Basilicata 2014-2020 – Misura 19 LEADER del GAL START 2020 srl, il percorso nasce dall’incontro tra cooperative sociali, aziende agricole e associazioni del territorio: una rete che diventa comunità.

Una rete che genera opportunità

Capofila è la Cooperativa Sociale OLTRE L’ARTE, che da oltre diciassette anni costruisce percorsi di inserimento lavorativo e valorizzazione culturale. Con lei, la Coop. Sociale Social Work 2.0, le aziende agricole Vignola Giuseppe e Vignola Innocenzo – entrambe fattorie didattiche e multifunzionali – e l’Associazione Italiana Persone Down – sezione di Matera (AIPD).

«Questo progetto restituisce dignità e opportunità a persone fragili, rafforzando il senso di comunità – spiega Rosangela Maino, presidente di Oltre l’Arte –. Coltiviamo l’Inclusione non è solo inserimento lavorativo: è un cambiamento culturale. Vogliamo che la comunità sappia riconoscere e valorizzare le diverse abilità anche oltre i confini del progetto.»

Lavoro, autonomia, responsabilità

Il progetto si rivolge a giovani e adulti con svantaggi e con sindrome di Down, accompagnandoli in un percorso che parte dalla formazione agricola e arriva ai tirocini nelle aziende partner, con prospettive di inserimento lavorativo.

«Storicamente le nostre aziende si sono sempre prestate alla multifunzionalità agricola che va dalla tutela del territorio e dell’ambiente alle produzioni di prodotti tipici certificati bio – dichiara Giuseppe Vignola –. Sin da subito abbiamo accolto il progetto con grande entusiasmo in quanto ci mancava un ultimo obbiettivo quello dell’inclusione sociale. Abbiamo accolto Margherita e Pietro all’interno delle nostre aziende agricole come collaboratori offrendoli la possibilità di entrare a contatto con la natura “sporcandosi le mani” e a loro volta hanno risposto positivamente partecipando a tutte le attività della azienda agricola dalla coltivazione delle materie prime alla trasformazione sentendosi responsabili e più sicuri di sé.»

L’agricoltura che cura

Accanto al lavoro agricolo, Coltiviamo l’Inclusione prevede attività a valenza terapeutica: ippoterapia, orto- e giardino-terapia, zooterapia, integrate dal supporto psicologico. Sono previsti sportelli di orientamento, percorsi di autonomia personale e iniziative riabilitative: strumenti concreti per migliorare la qualità della vita.

Comunità e sostenibilità

Il progetto guarda anche fuori dai campi. Nelle scuole del territorio saranno attivati laboratori di educazione ambientale e alimentare, mentre cinque eventi divulgativi nei comuni del GAL affronteranno i temi di biodiversità, sostenibilità e corretta nutrizione.

Un marchio sociale

Dalla terra nascerà anche un nuovo brand agroalimentare sociale. I prodotti coltivati e trasformati dai beneficiari diventeranno conserve e semilavorati: un modo per unire qualità e sostenibilità economica, reinvestendo i ricavi in nuove attività agricole e innovative.

La visione del territorio

«Il GAL Start 2020 ha creduto sin dall’inizio nell’importanza della collaborazione e cooperazione tra il mondo agricolo e quello sociale, ritenendola un’opportunità non solo per le imprese agricole e gli operatori del terzo settore, ma soprattutto per la comunità – spiega Francesco Paolo Zizzamia, presidente del GAL Start 2020 –. È proprio da questa sinergia che possono nascere nuovi servizi e opportunità innovative in grado di offrire soluzioni concrete di integrazione sociale nelle aree rurali. Per questo motivo abbiamo voluto sostenere con convinzione, attraverso la misura “Agricoltura Sociale”, progetti come quello presentato oggi a Grassano. Questo progetto non solo è perfettamente in linea con le nostre finalità, ma rappresenta anche un esempio concreto di come la cooperazione tra imprese agricole e terzo settore possa diventare un punto di forza nella costruzione della prossima strategia di sviluppo rurale.»

Il ruolo delle istituzioni

Il Sindaco di Grassano, Filippo Luberto, sottolinea:
«Questo progetto è una sfida e un’opportunità. Non si tratta solo di creare lavoro, ma di promuovere un cambiamento culturale: l’inclusione deve diventare un valore condiviso. Grassano è orgogliosa di essere il luogo da cui parte questo percorso, perché significa crescere insieme senza lasciare indietro nessuno.»

 Restituire alla comunità

Al termine del progetto, i risultati raggiunti verranno resi pubblici in un evento aperto alla comunità e alle istituzioni, per condividere con trasparenza l’impatto generato e immaginare insieme i prossimi passi.