Nuovo incarico per mons. Caiazzo: unirà le due Diocesi di Matera-Irsina e Tricarico. Auguri di buon cammino

Il Vescovo di Matera-Irsina, S.E. Mons. Giuseppe Caiazzo, ha annunciato di aver accettato l’incarico di unire le diocesi di Matera-Irsina e Tricarico come Amministratore Apostolico e successivamente come Vescovo, seguendo le indicazioni del Nunzio Apostolico.

La transizione rappresenta un passaggio obbligatorio per la Chiesa.

Il Vescovo ha dichiarato di essere pronto ad allargare l’ovile del suo ministero pastorale per portare il gregge di Tricarico in comunione con quello di Matera-Irsina, con la speranza che nonostante le differenze delle due diocesi, possano iniziare a camminare insieme come una sola Chiesa.

Ha espresso la sua gratitudine per il ministero che ha ricevuto a Matera-Irsina e ha chiesto l’aiuto di tutti, in particolare dei preti, dei diaconi, dei religiosi e dei laici, per affrontare le difficoltà e il lavoro che lo aspettano.

Il Vescovo celebrerà la sua prima messa a Tricarico il 12 febbraio e visiterà la struttura sanitaria per salutare gli ammalati.

Ha inviato un pensiero alla Chiesa di Tricarico e ha chiesto di pregare per lui.

Di seguito il testo della lettera di Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera – Irsina indirizzata alla comunità diocesana di Tricarico di cui diventa Amministratore apostolico

LETTERA ALLA DIOCESI DI TRICARICO

“Carissimi Fratelli e Sorelle, Fedeli Laici, Sacerdoti e Diaconi, Religiosi e Religiose, della Chiesa che è in Tricarico,
a seguito del trasferimento di S. E. Mons. Giovanni Intini nell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, il S. Padre, Francesco, mi ha voluto affidare l’incarico, come Amministratore Apostolico, dell’antica e nobile Diocesi di Tricarico.

Al Papa rivolgo la mia rinnovata gratitudine accogliendo in oboedientia amoris la sua decisione, affidandomi completamente a Dio Uno e Trino, per la fiducia che mi ha concessa e che allarga il mio ministero pastorale nella vasta e varia realtà di questo nostro territorio. Un territorio che trova nelle tradizioni, nella cultura, nella spiritualità, nella santità e nella storia la sua ricchezza.

Permettetemi, di esprimere gratitudine al confratello Monsignor Giovanni Intini per il suo ministero tra voi vissuto con amore, entusiasmo, da vero padre e pastore nella fedeltà e disponibilità verso voi tutti, ma anche tanta preghiera per il nuovo servizio pastorale che gli è stato affidato. Grazie, carissimo D. Giovanni.

Il Nunzio apostolico mi ha riferito il desiderio del Papa di favorire una collaborazione più stretta fra le due diocesi di Tricarico e di Matera-Irsina, in persona episcopi, nella mia persona.

Mi ha chiesto di allargare la famiglia, di conseguenza la casa.

Umilmente ho obbedito e accettato, ben sapendo la fatica dell’impegno che l’incarico richiederà.

La vastità stessa del territorio comporterà molto lavoro (1.273 Km2 Tricarico e 2.020 Km2 Matera-Irsina per un totale complessivo di 3.293 Km2).

Mi fido di Dio, non tanto delle mie forze.

Rispondo positivamente alla chiamata del Maestro e Signore, Gesù Cristo, cosciente che la Chiesa è sua e non mia.

Sono certo che la potenza dello Spirito Santo mi darà forza e ampiezze per includere, nel mio quotidiano amare, anche voi, così come amo e dedico tutto me stesso alla Chiesa di Matera Irsina da ormai 7 anni

Per certo dovremo attuare e implementare collaborazioni che non tolgano nulla alle singole diocesi, ma permettano di risparmiare le forze e far circolare energie pastorali e spirituali tra una Chiesa e l’altra.

Sono sicuro che davanti a noi si prospettano nuove esperienze di comunione e prossimità, integrandoci, per una reciproca ricchezza, condividendo forze, energie ed esperienze.

Tutto servirà per camminare insieme sulle vie indicate dal Vangelo.

Il Venerabile Mons. Raffaello Delle Nocche guardando a Maria diceva: «La Madonna Santa era la Mamma di Gesù, lo conosceva tanto bene, eppure Gesù era diventato per Lei allora incomprensibile…Davanti ai misteri della vita noi dobbiamo, come Maria, credere, custodire, meditare ed adorare le parole di Gesù ed operare secondo la sua Volontà».

Solo attingendo alla bella testimonianza d’amore che il Venerabile aveva per voi tutti, mi siete già tanto cari.

Ed è per questo che esprimo anche vicinanza e gratitudine a voi, popolo di Dio della Chiesa di Tricarico, chiamati a condividere questo passaggio che mi rendo conto non sarà facile per entrambi: il nuovo spaventa sempre per le incognite che porta con sé, ed è per questo che bisogna guardarlo con gli occhi della fede che saprà evidenziare tutto il positivo e il potenziale che racchiude.

Impegniamoci tutti per accompagnare e far crescere questo nostro futuro.

E’ mio desiderio incontrare voi confratelli sacerdoti, i diaconi e ascoltare i vostri suggerimenti.

Confido molto nel vostro aiuto e nella vostra collaborazione: siete tutti figli di questa stupenda e meravigliosa terra di Basilicata, vi conoscete tra voi presbiteri indipendentemente dai confini diocesani e sono certo che piano piano troveremo punti d’incontro che ci permetteranno di lavorare uniti con un unico intento: il bene delle nostre Chiese, il bene dell’unica Chiesa. Grazie di cuore perché siete preti, diaconi, religiosi e religiose, figli tutti.

Questo tempo sinodale della Chiesa italiana ci aiuterà a camminare insieme e semplificare la vita pastorale e la gestione dei beni delle nostre Chiese locali.

Siamo invitati a tornare all’entusiasmo della Chiesa delle origini in un momento storico in cui assistiamo al secolarismo e, ancor peggio, all’indifferenza religiosa.

Lo Spirito Santo ci guiderà per essere testimoni del Cristo morto e risorto.

A Voi tutti, Fratelli e Sorelle, chiedo di dilatare sempre di più il vostro cuore.

Aiutatemi in questo servizio pastorale per camminare, insieme e con entusiasmo, cercando e costruendo la comunione fraterna.

La ricchezza dei doni dello Spirito Santo ci avvolgerà e le due Chiese sorelle a me affidate, Matera-Irsina e Tricarico, cresceranno in armonia.

Nei prossimi giorni incontrerò il Collegio dei Consultori, gli organismi di comunione uscenti ai quali per il momento farò riferimento, come il Consiglio presbiterale e il Consiglio per gli affari economici, per poi incominciare a visitare le diverse comunità parrocchiali con la passione e la nostalgia di quando ero parroco.

Non ho il dono della bilocazione ma non vi farò mancare la mia presenza e sostegno.

Un particolare pensiero ai seminaristi che inizierò a conoscere meglio nei ritiri mensili che sto tenendo loro al Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata, e a tutta la vita religiosa e consacrata che mi risulta essere molto ricca e vivace nelle diverse comunità parrocchiali.

Sento di rivolgere un caloroso saluto alle Istituzioni, civili e militari, a Enti, Associazioni, Movimenti.

E’ mio desiderio dialogare e collaborare per il bene comune, per la crescita umana, ecclesiale e sociale del nostro Territorio.

Insieme saremo capaci di aprire nuovi “Cantieri” da abitare e da vivere.

Penso soprattutto ai giovani ai quali bisogna ridare dignità e speranza, impedendo l’emorragia della desertificazione attraverso l’abbandono dei nostri piccoli ma meravigliosi borghi.

Papa Francesco ci ricorda che «un giovane è una promessa di vita, non un tempo sospeso…i sogni più belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno, non stando al classico balcone» (Esortazione apostolica “Christus vivit”).

Alla luce di queste considerazioni penso che la comunione ecclesiale e la coesione sociale troveranno terreno fertile per dialogare nella reciproca mutualità.

Concludendo, saluto e ringrazio anche ogni mamma e papà, i nonni, gli operai nella diversità di professione e mestieri, gli insegnanti e studenti, quanti operano nel campo della sanità e nelle strutture sanitarie di Tricarico e di Stigliano, per tutto il bene che quotidianamente seminate con passione, determinazione e amore, nonostante le criticità nelle quali siete costretti a lavorare.

Permettetemi un pensiero speciale, intriso di preghiera e benedizione, ad ogni famiglia che in questo momento storico, così duro e difficile, avverte il peso di una malattia, di una sofferenza, della morte di una persona cara, ad ogni famiglia che, più delle altre, sta facendo i conti con la crisi economica.

Un ultimo pensiero alle popolazioni della Turchia e Siria duramente provate dal terrificante terremoto.

Non ci sono parole che possono consolare un dolore così grande.

Mi è rimasta impressa un’immagine in particolare: un papà con il figlioletto morto tra le braccia che lo culla come se fosse ancora vivo.

Come cristiani siamo chiamati ad imparare da queste tragedie che la vita ha bisogno di essere accarezzata sempre, aiutata, sostenuta, amata, cullata.

Confido molto nella corresponsabilità di tutti, nell’aiuto materno della Madonna del Carmine, di S. Potito e di S. Pancrazio. Mentre, con il Venerabile Mons. Raffaello Delle Nocche, intoniamo il Magnificat e viviamo, in comunione con la Chiesa celeste, questo momento storico come passaggio importante guardando fiduciosi verso orizzonti nuovi che lo Spirito Santo starà già indicando.

Vi abbraccio e benedico tutti”.