Nel primo trimestre del 2025, il contrasto al lavoro irregolare ha registrato un’accelerazione senza precedenti.
Secondo i dati ufficiali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), le ispezioni nei luoghi di lavoro sono aumentate del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una crescita del 20% delle pratiche irregolari accertate.
A fronte di questa intensificazione dei controlli, f aspere quifinanza, si è osservato anche un fenomeno interessante: un calo generalizzato dei casi di lavoro nero rilevati.
Un risultato che segna una svolta nell’approccio ispettivo e conferma l’intenzione del Governo di continuare con gli interventi volti a contrastare questo fenomeno, strutturale e complesso.
A tracciare un bilancio dei primi mesi del 2025 è stata la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, che ha sottolineato come l’attività di vigilanza sia parte integrante della strategia adottata dal Governo per riformare e migliorare il mercato del lavoro.
I dati resi oggi dall’INL confermano che stiamo portando avanti la strategia condivisa fin dall’inizio del mandato: maggiori controlli, utilizzo della tecnologia per renderli più efficaci e investimento forte sul lavoro sicuro.
La ministra ha annunciato anche imminenti tavoli tecnici con le parti sociali per costruire un piano condiviso di prevenzione, formazione e incentivazione delle buone pratiche aziendali.
L’aumento delle ispezioni è stato accompagnato, sorprendentemente, da una diminuzione dei casi di lavoro nero riscontrati.
Questo dato, che potrebbe sembrare contraddittorio, ha invece una doppia lettura economica e sociale:
- i controlli stanno funzionando come deterrentel per e aziende, soprattutto quelle più esposte al rischio di sanzioni, che regolarizzano i rapporti di lavoro;
- il lavoro nero si sta spostando verso forme più difficili da intercettare, come i contratti intermittenti non comunicati e le false partite Iva, che richiedono strumenti ispettivi più sofisticati.
Da questo ultimo assunto parte l’intenzione di intensificare i controlli e portare avanti le ispezioni.
L’intensificazione dei controlli colpirà soprattutto quei settori tradizionalmente più esposti al rischio di irregolarità, come:
- agricoltura;
- edilizia;
- ristorazione;
- logistica;
- servizi alla persona.
Si tratta di comparti dove la domanda di lavoro stagionale o discontinuo è molto alta e dove, storicamente, è più facile che si instaurino rapporti non regolari.
In particolare, l’edilizia è tornata sotto la lente d’ingrandimento dopo i tanti incidenti sul lavoro che hanno acceso i riflettori sulla sicurezza dei cantieri.
Con il rafforzamento dell’attività degli ispettori e l’introduzione di strumenti digitali per l’incrocio delle banche dati, la probabilità di incorrere in un controllo si è notevolmente alzata, e di conseguenza anche il rischio economico per chi decide di operare fuori dalle regole.
Un elemento strategico del nuovo corso dell’Ispettorato è proprio l’utilizzo della tecnologia e dei big data.
Grazie all’integrazione dei dati tra Inl, Inps, Agenzia delle Entrate e Inail, è oggi possibile tracciare anomalie nei flussi di assunzione, nei versamenti contributivi e nei contratti applicati, segnalando così in anticipo le situazioni sospette da sottoporre a verifica.
Un esempio concreto riguarda le comunicazioni obbligatorie di assunzione.
Il mancato invio, oppure l’invio con dati incoerenti rispetto ad altre fonti, può attivare in tempo reale un alert per l’apertura di un’ispezione.
Questo meccanismo consente di razionalizzare le risorse e aumentare l’efficacia degli interventi, concentrandosi sulle situazioni a più alto rischio.
Il contrasto al lavoro nero, storicamente affrontato con approcci repressivi, si sta dunque evolvendo verso un modello più proattivo e sistemico.