Cassa integrazione, turni ridotti e “buone prassi”: il piano del governo per proteggere i lavoratori dal caldo

L’Italia, come mezza Europa, è stretta nella morsa del caldo opprimente.

E il governo Meloni decide di correre ai ripari contro le temperature estreme registrate in queste settimane.

Al ministero del Lavoro fa sapere today è stato siglato il protocollo per “l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro”.

Un documento che vuole proteggere alcune categorie di lavoratori esposti alle alte temperature estive.

Il documento sottoscritto oggi, mercoledì 2 luglio, introduce una serie di misure che puntano a garantire la continuità delle attività produttive in sicurezza.

Tra i punti principali, viene previsto il ricorso ampio e automatico alla cassa integrazione in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro dovuta a caldo eccessivo, esteso anche ai lavoratori stagionali, senza che le ore di cassa utilizzate vengano conteggiate nel limite massimo di durata previsto dalla normativa.

Un modo questo per evitare penalizzazioni a carico di imprese e lavoratori.

Il protocollo prevede un’attenta sorveglianza sanitaria per monitorare le condizioni di salute degli addetti più esposti, con interventi tempestivi in caso di sintomi di colpi di calore o disidratazione.

Viene poi promossa la riorganizzazione di turni e orari di lavoro, suggerendo di anticipare o posticipare l’inizio delle attività per concentrare le lavorazioni nelle ore meno calde della giornata e limitare i rischi.

La valutazione del rischio dovrà includere obbligatoriamente il rischio microclimatico, già nella fase di redazione dei Piani di sicurezza e coordinamento.

Le aziende dovranno prevedere misure come aree di ristoro adeguate, accesso costante a bevande fresche, pause supplementari e possibilità di modificare gli orari per lavorare nelle ore più fresche.

Anche le imprese appaltatrici saranno tenute a recepire queste disposizioni nei loro Piani operativi di sicurezza, adeguando l’organizzazione dei cantieri per tutelare i lavoratori.

Le parti sociali hanno chiesto al ministero del Lavoro di recepire formalmente il protocollo, impegnandosi a sostenerne l’applicazione con tutte le misure necessarie per garantire una reale tutela.

Inoltre hanno avanzato la richiesta di qualificare ordinanze e protocolli attuativi come elementi giustificativi ufficiali, così da tutelare le imprese da eventuali responsabilità legate a ritardi nella consegna dei lavori causati dagli stop per caldo estremo.

Il documento sarà recepito da un decreto ministeriale che verrà adottato nei prossimi giorni dalla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone.

“Con la sottoscrizione del protocollo caldo al ministero del Lavoro, le parti sociali hanno dato una risposta importante ai lavoratori e alle imprese, in un momento certamente eccezionale.

Le nostre priorità sono la salute e la sicurezza durante lo svolgimento delle attività lavorative e, in particolare, quelle che devono essere necessariamente svolte all’aperto”, ha dichiarato Calderone.

“È un protocollo che può aprirsi a ulteriori adesioni, a ulteriori condivisioni, che promuove le buone pratiche al fine scongiurare gli infortuni, come anche eventi e condizioni di malessere, connessi a questo trimestre estremo”.

Secondo Calderone l’obiettivo è quello di “coniugare la prosecuzione delle attività lavorative con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità con cui si lavora” e valorizzare “le iniziative contrattuali assunte in sede nazionale di categoria, territorio o aziende”.

La ministra ha spiegato che il protocollo “guarda anche ai rider”. Questo perché il documento ribadisce “l’importanza per le aziende e tutte le realtà lavorative di rispettare la normativa in materia di sicurezza sul lavoro con particolare riferimento alla necessità di potenziare tutti quegli strumenti che servono per proteggere la salute dei lavoratori e delle lavoratrici in condizioni di estrema necessità”.