Basilicata: “Questi lavoratori costretti a programmare nell’incertezza, a lavorare sotto stress cronico”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Alessia Araneo, Viviana Verri (Consigliere regionali M5S Basilicata):

“Come gruppo consiliare del M5s Basilicata abbiamo insistito a lungo per lo sblocco dei fondi a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo che, per il lavoro già svolto, hanno atteso due anni per l’integrazione dei fondi 2023 e per lo stanziamento pieno del Piano Spettacolo 2024.

A questa richiesta associavamo, poi, quella di un impegno reale, non solo formale, nel dare gambe e prospettiva al Programma 2025-2027.

Ricordiamo ancora l’entusiasmo con cui, a ridosso di Ferragosto, la maggioranza accoglieva la notizia di un primo stanziamento di fondi a copertura parziale dei succitati impegni.

Pur riconoscendo il meritorio lavoro svolto in pieno agosto dagli uffici, non ci facemmo incantare dai reboanti annunci del centrodestra che accoglieva la parziale soddisfazione della parola data come un successo senza eguali.

Sintomo evidente di una politica abituata a compiacersi per il dovere assolto: perché pagare il lavoro svolto, ci piace ricordare, è un dovere.

La moderazione di allora si giustifica con la preoccupazione di oggi: il timore di agosto era che, terminati gli applausi, il centrodestra dimenticasse che, entro metà ottobre, sarebbe dovuta arrivare dallo sblocco del CIPESS la seconda tranche dei fondi utili al comparto spettacolo.

La metà di ottobre è stata superata e dello svincolo CIPESS non c’è traccia.

In questo modo si corre il rischio di accumulare ritardo su ritardo e di non interrompere quel circolo vizioso per cui gli operatori lavorano nel 2025 e vengono pagati, se tutto va bene, nel 2027.

Questo disallineamento tra programmazione, piani annuali e finanziamenti destabilizza il comparto e spinge le lavoratrici e i lavoratori a non radicarsi in Basilicata e a cercare, chi può, fortuna o almeno pagamenti certi altrove.

Un’incertezza che determina, quindi, precarietà esistenziale e affanno professionale.

Come in affanno lavoreranno le operatrici e gli operatori che si apprestano a partecipare al bando per le residenze artistiche appena pubblicato.

Come da prassi, sbagliata, il bando per le residenze artistiche in riferimento al 2025 esce a novembre 2025 e, malgrado sia stata data la possibilità di estendere le residenze fino al primo trimestre del 2026, ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori sono costretti a operare in tempi compressi e concitati.

Le residenze artistiche, va ricordato, non sono eventi estemporanei: richiedono programmazione annuale, selezione accurata degli artisti, costruzione di reti territoriali, attività laboratoriali continuative.