“Dighe sotto i livelli di sicurezza: la Basilicata non può più “resistere”, deve agire”. I dettagli

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani:

“Il Consiglio Regionale del 22 ottobre, convocato per affrontare la crisi idrica, si è concluso senza alcun atto concreto: un fatto che parla da sé, mentre il territorio continua ad attendere risposte.

Un’altra occasione mancata, in un momento in cui la Basilicata non può più permettersi rinvii.

La Regione non è più in preallerta: è in piena emergenza idrica.

Per alcuni invasi si è già scesi sotto la soglia di esercizio, con livelli inferiori ai limiti di sicurezza.

Senza interventi immediati e decisioni coordinate, le colture autunno-vernine e le filiere produttive rischiano danni irreversibili.

I dati sono pubblici e inequivocabili, disponibili sul sito dell’Autorità di Bacino della Basilicata:
http://www.adb.basilicata.it/adb/risorseidriche/dispoidriche/sceglidatidighe.asp

Chi governa non può più fingere di non sapere: l’immobilismo è ormai corresponsabilità.

Qualcuno ha definito il Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani “solo un’e-mail” o “un soggetto fantasma”.

È vero: non abbiamo sedi né simboli. Ma abbiamo ciò che spesso manca — metodo, competenze e senso civico.

Abbiamo trasmesso alla Terza Commissione Consiliare Permanente un documento tecnico, regolarmente protocollato, con proposte concrete, operative e verificabili. Tutto messo nero su bianco, come chiediamo da tempo anche alle istituzioni.

Abbiamo denunciato i problemi con numeri, non con slogan, e indicato soluzioni pratiche. Se questo è un errore, lo rivendichiamo con orgoglio. Perché la verità, quando è supportata dai dati, non divide: orienta.

E se agire con metodo e trasparenza è una colpa, allora sì — ne siamo colpevoli. Ma continueremo a esserlo, finché la Basilicata non passerà dai tavoli del “faremo” ai fatti concreti.

Abbiamo fatto la nostra parte: analizzare, proporre, consegnare.

E ora leggiamo che alcuni rappresentanti politici si dicono “pronti ad ascoltare il Comitato”.

Li ringraziamo, ma non abbiamo bisogno di essere ascoltati: abbiamo già proposto, con chiarezza e rispetto istituzionale.

Nel caso avessimo bisogno di ascolto, andremmo da chi lo fa per mestiere.

Alla politica, invece, spetta un compito diverso: agire. E farlo subito.

Perché ogni giorno di immobilismo non è più attesa: è perdita, economica e civile. 

Ogni minuto di ritardo aggrava una crisi che non è più emergenza, ma sistema.

Le dighe non si svuotano per caso: si svuotano quando manca la programmazione.

E quando il tempo finisce, non servono giustificazioni — servono decisioni.

È il momento del coraggio, della responsabilità e del fare.

Chi ha sbagliato, chi ha sottovalutato la gravità della situazione, chi ha preferito il silenzio alla trasparenza, deve assumersi le proprie responsabilità.

E siamo certi che, con onestà istituzionale, chi ha sbagliato saprà farsi da parte.

Non cerchiamo riflettori né polemiche.

Parliamo di problemi reali e di soluzioni concrete, perché la credibilità non nasce dai proclami ma dai risultati.

Da mesi si parla di “resilienza”, come se bastasse resistere per cambiare le cose.

Ma la resilienza, senza una strategia e senza dati, è solo inerzia travestita da virtù.

La Basilicata non ha bisogno di resistere: ha bisogno di pianificare, decidere, agire.

Noi continueremo a lavorare con metodo, rispetto istituzionale e trasparenza, perché crediamo nei fatti, non nei titoli.

Serve coraggio, visione e responsabilità.

Perché la fiducia dei cittadini non si difende con le parole, ma con la concretezza dell’azione.

E serve anche una comunità che torni a interessarsi del proprio destino.

Questa non è solo una crisi idrica: è una crisi di attenzione collettiva.

Invitiamo ogni lucano — agricoltore, professionista, studente o amministratore — a informarsi, partecipare e chiedere verità sui dati e sulle decisioni.

Ne va del futuro di tutti noi.

E se qualcuno pensa che una formica non possa muovere un elefante, si ricordi che quando più formiche si mettono in cammino, anche l’elefante dell’indifferenza comincia a tremare.

E oggi, siamo certi, quell’elefante sta davvero tremando: segno che l’indifferenza non è più un alibi, ma un limite che comincia a cedere.
Perché quando i cittadini si uniscono con metodo e coraggio, persino l’immobilismo è costretto a muoversi.

Perché governare non significa spiegare i problemi, ma risolverli.

E il futuro, in Basilicata, non si aspetta: si costruisce. Qui. Adesso”.