Da pochi giorni è entrato in vigore il decreto Autovelox con le nuove regole sull’utilizzo dei dispositivi di rilevazione della velocità.
Dalle distanze minime tra dispositivi, fino alle tipologie di strade in cui possono essere istallati, ecco secondo quanto riporta tg24sky quali sono le nuove norme e cosa cambia per i Comuni rispetto a prima.
Il decreto Autovelox fissa, come detto, le distanze minime tra i dispositivi, oltre a paletti essenziali da rispettare nel loro utilizzo.
I dispositivi potranno essere istallati solo se su un determinato tratto di strada si è registrato un livello di incidenti elevato nei cinque anni precedenti, se la velocità media rilevata è superiore ai limiti consentiti o ancora se esiste una impossibilità documentata a procedere alla contestazione immediata delle infrazioni.
La distanza minima tra il segnale che ribadisce il limite e il dispositivo non può scendere sotto i 200 metri sulle strade ad alto scorrimento, mentre a 75 metri su tutte le altre.
Ancora, tra due autovelox non possono intercorrere meno di 500 metri, ovvero 1 km in caso di strada ad alto scorrimento.
La riconoscibilità dell’autovelox deve sempre essere rispettata e il dispositivo dovrà essere preceduto dal segnale che impone il limite a non meno di 1 km.
Inoltre, tra due dispositivi diversi deve mantenersi una distanza di almeno 3 km sulle strade extraurbane, 1 km su quelle extra urbane a carattere locale. In autostrada la distanza tra due dispositivi non si intende inferiore a 4 km.
I singoli Comuni perderanno la libertà di istallare i dispositivi senza l’accordo preventivo con le altre amministrazioni locali del territorio, le Prefetture in primo luogo.
La gestione operativa dei dispositivi dovrà essere totalmente a carico delle forze di Polizia, senza possibilità di delega a società esterne.