Le pensioni che verranno corrisposte dal 3 novembre 2025, con un piccolo ritardo rispetto al solito a causa della festività di Ognissanti, coincideranno con la fine di una serie di imposizioni fiscali previste per l’anno in corso, che mensilmente vanno a decurtare l’importo totale dell’assegno.
In parole povere, come fa sapere today, significa che dall’importo della pensione andranno sottratte le prestazioni fiscalmente imponibili, dall’Irpef mensile alle addizionali regionali e comunali relative al 2024.
Novembre è anche l’ultimo mese in cui è previsto il recupero delle imposte sul reddito da versare agli enti locali, spalmate nell’arco di 11 rate (da gennaio a novembre) nell’anno successivo a quello di riferimento.
Non solo, perché si avvia alla conclusione per l’anno in corso il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali applicate nel corso del 2024.
Il conteggio scatta per i percettori di pensione che durante il 2024 hanno avuto ritenute inferiori a quanto dovuto su base annua.
In questo caso, l’Inps ha recuperato le differenze sui ratei di gennaio e febbraio 2025, ma nel caso in cui il recupero non sia stato sufficiente, le trattenute proseguono anche nei mesi successivi fino all’estinzione del debito.
Per i pensionati che percepiscono un importo annuo inferiore a 18mila euro e sui quali il ricalcolo delle ritenute erariali ha prodotto un debito superiore a 100 euro, la rateazione viene spalmata fino alla mensilità di novembre.
Il mese prossimo si conclude anche il recupero delle indennità di 200 e 150 euro, bonus “una tantum” erogato tra il 2022 e il 2023 a una platea di contribuenti, pensionati inclusi, con redditi non superiori a 35mila euro.
Per le indennità non dovute riscontrate sui redditi a consuntivo inviate all’Agenzia delle entrate, un primo recupero di 50 euro è partito, a seconda del bonus totale, dall’assegno di luglio o di agosto.
Di conseguenza, per tutti i soggetti interessati la procedura terminerà a novembre.
Questi incentivi, concessi dal governo Draghi per contrastare l’incremento del costo della vita, erano stati elargiti automaticamente in base a dati fiscali provvisori relativi al 2021.
Controlli successivi hanno fatto emergere come alcuni beneficiari possedessero redditi superiori alle soglie stabilite e, di conseguenza, non dovessero ricevere quelle somme.
Per questo l’Inps riacquisterà questi importi detraendo 50 euro al mese dal netto della pensione, fino al raggiungimento dell’ammontare complessivo dovuto.
Le comunicazioni sulla cifra da rimborsare sono state spedite tramite la piattaforma “Send”, il sistema ufficiale per le interazioni digitali della pubblica amministrazione.
I pensionati coinvolti hanno ricevuto tutte le informazioni sulle procedure di restituzione e possono verificare la propria posizione sui canali dell’Inps.
Il recupero delle somme avviene principalmente con due modalità:
- ritenute mensili di 50 euro direttamente sull’assegno pensionistico fino al completo recupero;
- avvisi di pagamento tramite PagoPA nei casi in cui la detrazione diretta sulla pensione non sia fattibile.
E veniamo ai tempi dei pagamenti.
A differenza del consueto accredito, fissato per il primo giorno del mese, il calendario sul pagamento delle pensioni di novembre scatterà da lunedì 3, sia per chi riceve l’accredito bancario sia per chi seleziona il ritiro dell’assegno presso l’ufficio postale.
Un’eccezione è rappresentata dai correntisti di BancoPosta che potrebbero vedere un anticipo a sabato 1° novembre, festa di Ognissanti.