Nuovi bonus per rottamare le auto: c’è l’ok al piano del governo

L’Italia vuole utilizzare parte dei soldi del Pnrr per concedere bonus per l’acquisto di auto elettriche.

La misura è una delle 67 richieste dal governo di Giorgia Meloni a Bruxelles, e che ora ha avuto il via libera finale dall’Ecofin, il Consiglio Ue Economia e finanza.

Tra le modifiche più significative introdotte nel nuovo Pnrr fa sapere today c’è la nascita di un programma nazionale per incentivare l’acquisto di auto elettriche da parte di privati e piccole imprese.

La misura prevede il rinnovo del parco veicoli con modelli a zero emissioni, e verrà finanziata sottraendo risorse a un intervento già esistente: quello sulle infrastrutture di ricarica.

Insomma il governo toglie soldi per le colonnine e le mette sui veicoli, una misura pensata per incentivare le vendite di veicoli ecologici, il cui mercato ha però anche bisogno di nuove infrastrutture di ricarica.

Nel documento approvato all’Ecofin, non ci sono le cifre precise dell’intervento ma una nota di Palazzo Chigi spiega che “sono stati implementati gli investimenti per lo sviluppo dell’economia circolare dei rifiuti e per incentivare l’acquisto di automobili a basso impatto ambientale per un importo complessivo pari a 1,2 miliardi di euro”.

Il governo italiano aveva presentato alla Commissione europea una serie di modifiche al proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza, modifiche che riguardano complessivamente 67 misure.

Il valore complessivo degli interventi aggiornati è pari a 194,4 miliardi di euro.

Il contributo europeo resta fissato a 71,78 miliardi in sovvenzioni, mentre rimangono invariati anche i prestiti richiesti, per un totale di 122,6 miliardi.

La richiesta di alcuni interventi è stata motivata da un calo della domanda o da cambiamenti di contesto, come nel caso del progetto sull’idrogeno per l’industria pesante o di alcune interconnessioni elettriche transfrontaliere.

Altri hanno subito rallentamenti a causa delle difficoltà nelle catene di approvvigionamento, che hanno colpito in particolare le infrastrutture ferroviarie.

In diversi casi sono stati proposti nuovi tempi di attuazione o l’adeguamento di milestone e target.

Ferrovie

Le infrastrutture ferroviarie restano centrali nel Pnrr, ma una parte dei progetti subirà ritardi o revisioni.

Il governo ha chiesto di modificare target e milestone di sette interventi chiave, tra cui le linee ad alta velocità verso Sud e Nord, i collegamenti merci e diagonali e il potenziamento delle reti metropolitane e regionali.

Alla base delle richieste di cambiamenti ci sarebbero problemi nelle catene di approvvigionamento, che hanno reso irrealistici i tempi previsti. Per compensare, aumenta il peso delle connessioni interregionali, considerate più flessibili e rapide da realizzare.

Le altre revisioni

Una revisione è stata richiesta poi per il piano sul biometano, penalizzato dall’aumento dei costi dovuti all’inflazione. La maggior parte delle modifiche ha però l’obiettivo di migliorare l’efficacia degli interventi: 37 misure sono state ridefinite per raggiungere gli stessi obiettivi con strumenti alternativi, riguardando ambiti che vanno dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione alla riforma della giustizia, dagli investimenti nella scuola e nella ricerca alla promozione delle energie rinnovabili.

In parallelo, 20 misure sono state semplificate per alleggerire gli oneri burocratici, senza ridurre l’ambizione del piano. Sono inoltre state aggiunte nuove milestone e target, come appunto gli incentivi per le auto elettriche, e in alcuni casi sono state rimosse quelle non più ritenute pertinenti.

Dal punto di vista ambientale, il contributo complessivo del Pnrr alla transizione verde aumenta lievemente, passando dal 39,4 al 39,5 per cento, grazie a una riallocazione tra misure sul biometano e sull’idrogeno. Il 25,5 per cento del piano resta dedicato alla transizione digitale.