Diocesi di Matera-Irsina e Tricarico, da Mons. Benoni un appello al coraggio. Ecco il messaggio per questo Natale

In occasione del Natale, le Diocesi di Matera-Irsina e di Tricarico condividiamo il messaggio di auguri che mons. Benoni Ambarus, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, rivolge a tutta la comunità, con un pensiero particolare a chi vive questo tempo con fatica.

Accanto alla gioia di chi attende la festa tra affetti familiari e relazioni di vicinanza, ci sono persone che attraversano vuoti profondi: la sofferenza e la malattia, difficoltà economiche e relazionali, la solitudine, l’esperienza della migrazione o la mancanza di una casa.

Mons. Ambarus richiama l’immagine della mangiatoia di Betlemme, un luogo povero e vuoto che viene colmato dalla presenza del Bambino.

È lì che Dio sceglie di farsi vicino, non resta lontano dalle fragilità, le abita: così quel vuoto può diventare spazio di consolazione e di speranza.

Da qui l’invito a celebrare il Natale, anche quando sembra difficile trovarne il motivo, insieme all’appello alla comunità cristiana a farsi prossima agli altri con gesti semplici e concreti: dall’accoglienza di chi rischia di restare solo a Natale, alla disponibilità a diventare presenza discreta che riempie i vuoti.

Il messaggio si conclude con una benedizione che è promessa e vicinanza: a Natale Dio dice “Vengo a vivere con te”.

Di seguito il testo integrale:

“Voglio rivolgermi a tutti voi che non vedete l’ora di celebrare il Natale nella famiglia, di ritrovarvi nelle relazioni significative, nella gioia e nella condivisione di vita.

Vi voglio augurare buon Natale.

La gioia del bambino che nasce a Betlemme possa essere quella pienezza di senso che vi riempie di gioia e di pace.

Mi voglio però rivolgere anche a tutti quanti voi che non vedete l’ora che passi il Natale, perché non trovate motivi sufficienti per festeggiare, o perché magari non credete, o perché i pesi e le situazioni faticose della vita sono particolarmente presenti nella vostra esistenza.

Ecco: a voi chiedo di osare celebrare il Natale lo stesso.

La mangiatoia di Betlemme, vuota, viene riempita dalla presenza del bambino.

Ecco, è così il Natale per noi oggi: le mangiatoie vuote della nostra esistenza — i vuoti, le sofferenze, le malattie, le difficoltà economiche e relazionali, l’essere migranti, l’essere senza casa — sono altrettante mangiatoie vuote.

Ma a Natale questo celebriamo: il bambino viene deposto nei vuoti.

Ecco l’augurio che faccio: festeggiare con coraggio questo Natale!

Allo stesso tempo, la preghiera che faccio per tutti quanti è di poter sperimentare questa presenza dell’Emmanuele, che ci consola il cuore, che è presente, che nasce per noi.

Come comunità cristiana, oltre ad augurarvi buon Natale, non posso non rivolgere un appello, innanzitutto a me stesso e poi a ciascuno di noi: essere noi stessi coloro che favoriscono la nascita del bambino nei vuoti delle persone.

Possiamo invitare qualcuno a casa, perché altrimenti passerebbe il Natale da solo; possiamo diventare noi stessi presenza simbolica del bambino di Betlemme.

Su tutti quanti voi scenda la consolazione e la benedizione dell’Onnipotente che dice: ‘Vengo a vivere con te'”.