Matera, “negata ai cavalieri della Bruna la scorta al carro. Quando muore la tradizione, muore anche la storia e la cultura di un popolo”. La denuncia

Malumori a Matera a seguito delle voci, sempre più insistenti, sulla impossibilità della partecipazione dei “Cavalieri” alla “Festa della Bruna”, in onore della Patrona della città dei Sassi.

Ecco quanto dichiara una cittadina:

“Mancano appena 14 giorni alla 633esima edizione di una festa iconica che da anni; ormai, dipinge di emozioni il volto di tutti i Materani: la cosiddetta ‘Festa Della Bruna’.

Figura di grande spicco, protagonisti e partecipanti di tale festa sono i cavalieri, cittadini materani soci dell’associazione ‘I cavalieri di Maria S.S. della Bruna’, personaggi che sembrano saltati fuori da un libro di storia e che il 2 luglio scortano la Madonna della Bruna durante le celebrazioni.

Questi semplici cittadini il 2 Luglio si trasformano in militi a cavallo, di epoca storica indefinibile, ammirarti ed acclamati dalla folla, ai bordi del percorso in attesa di veder passare la Patrona.

I cavalieri preceduti dal vessillifero sono comandati da un generale, coadiuvato da tre vice; uno o due trombettieri suonano di frequente una melodia tipica del segnale d’attacco francese.

Sono una reminiscenza della scorta voluta dal conte feudatario di Matera: il conte Tramontano, introdotta nel 1698, quando alcuni soldati a cavallo furono chiamati come difesa per evitare il ripetersi dell’atto vandalico dell’anno precedente, allorché la tela dipinta che addobbava il carro trionfale fu danneggiata.

Nel 1787 la difesa al carro era assicurata da una finta ‘soldatesca’ formata da semplici cittadini che vestivano uniformi simili a diversi corpi militari.

Col tempo, però, questo esercito venne soppresso, perché la finta rappresentazione dei vari corpi fu considerata «poco onorevole per la vera».

Con l’occupazione napoleonica, dal 1806 il carro fu difeso per circa dieci anni dai soldati francesi.

Cacciati i napoleonici, il compito passò a gendarmi italiani, a cui si affiancò la guardia nazionale.

In seguito (ma non si sa da quando con precisione), la scorta del carro fu formata da semplici cittadini a cavallo, la cosiddetta Cavalcata, che conservò l’organizzazione di un regolare reggimento.

Da allora i cavalieri che accompagnano la Sacra Immagine durante la sfilata mattutina, fungono anche da scorta al carro durante la solenne processione serale di Maria SS. della Bruna: infatti, una volta deposta la statua della Madonna, comincia la tumultuosa discesa verso la piazza, in cui il carro è scortato dai cavalieri della Bruna e da volontari (un tempo chiamati i vastasi, oggi Angeli del carro) che lo circondano per evitare che giovani impazienti lo distruggano prima dell’arrivo.

Dopo 633 anni di tradizione, ad oggi, la Prefettura di Matera ha approvato una disposizione secondo cui, nega ai cavalieri la scorta al carro verso lo ‘strazzo’ in piazza.

Condizione che pregiudica la vera tradizione della festa più amata dai materani e come ben sappiamo, quando muore la tradizione, muore anche la storia e la cultura di un popolo: pertanto, non possiamo permettere di farci stravolgere la nostra storia.

Noi cavalieri, con il sostegno di tutti coloro che credono nella tradizione e sentono davvero la festa nel cuore da veri Materani, cercheremo di mantenere le nostre tradizioni senza subire modifiche, essendo anche disposti alla non partecipazione a questa edizione della festa, se non ci restituiscono ciò che è nostro: LE NOSTRE TRADIZIONI“.