Basilicata: “7 su 10 i pensionati delle aree rurali a rischio povertà o esclusione sociale”! A lanciare l’allarme…

I pensionati lucani aderenti all’Anp-Cia, quanti vivono con assegni in media al di sotto di 500 euro mensili, non ci stanno ad essere esclusi dal confronto in atto tra Governo e sindacati sulla riforma del sistema previdenziale italiano che esclude tutti i lavoratori autonomi.

Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, con una lettera inviata al premier Giuseppe Conte e alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, ha chiesto di scongiurare ogni penalizzazione.

Si tratta di una platea di 4,3 milioni di persone, di cui 452.450 agricoltori, le cui problematiche rischiano di essere ignorate.

Per questo, Scanavino chiede al Governo uno sforzo in più su una questione tanto importante, prevedendo la costituzione di un tavolo anche sulle pensioni dei lavoratori autonomi, o l’ampliamento del tavolo di contrattazione già inaugurato con Cgil, Cisl e Uil, allargando il confronto anche alle altre organizzazioni di rappresentanza, come la Cia.

Cia e Anp Basilicata sottolineano:

“In Basilicata ben il 78 per cento dei pensionati della regione (circa 135 mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima.

Nelle aree di campagna gli effetti della crisi sono amplificati, soprattutto per gli ‘over 65’, perché agli assegni pensionistici mediamente più bassi si unisce la carenza a volte strutturale dei servizi sociali aggravata dai continui tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non autosufficienza.

La conseguenza è che oggi sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a rischio di povertà o esclusione sociale: un rapporto ancora più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che tocca il 30 per cento.

Le richieste principali:

  • aumento delle pensioni minime a 650 euro mensili, il 40% del reddito medio nazionale, come previsto dalla carta sociale europea;
  • estensione e stabilizzazione della quattordicesima;
  • rivalutazione piena delle pensioni al costo della vita; riforma di ‘Opzione Donna’;
  • istituzione della pensione di garanzia per i giovani;
  • riconoscimento del lavoro usurante per gli agricoltori, estromessi dall’Ape Social;
  • sostegno e aiuto agli incapienti; sanità pubblica per tutti e conferma dell’abolizione del superticket.

Gli ultrasessantenni sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento.

Attualmente oltre l’80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti.

Ciò comporta che sono sempre più numerosi gli agricoltori lucani over 65 anni che, per sopravvivere, aiutare la famiglia e arrivare a fine mese, continuano ad occuparsi dei lavori nei campi.

Una distorsione che azzera il ricambio generazionale in agricoltura”.