“I lavori del Consiglio regionale della UILTEC, presieduto dalla segretaria nazionale Daniela Piras, restituiscono con grande chiarezza l’immagine delle profonde contraddizioni che attraversano la Basilicata sul fronte dell’energia, dell’acqua e del lavoro: una regione che garantisce una quota decisiva della produzione petrolifera nazionale ma che continua a rimanere fragile sul piano dello sviluppo, dell’occupazione e delle prospettive industriali”.
Così dichiara il consigliere regionale Roberto Cifarelli che aggiunge:
“Le dieci nuove concessioni petrolifere autorizzate dal Governo rischiano di far arretrare ulteriormente la Basilicata se non sono accompagnate da una strategia chiara, da accordi stringenti e da un’assunzione di responsabilità sociale vera da parte dei grandi gruppi energetici.
Non è accettabile un modello che aumenta l’estrazione senza produrre lavoro stabile, senza sviluppo locale e senza ricadute strutturali per i territori che sopportano i costi ambientali e sociali”.
L’impostazione semplicistica che la Regione Basilicata, attraverso l’assessore Cupparo sta mettendo in campo, ovvero limitarsi a recuperare risorse per investimenti “non oil” attraverso meri scorrimenti delle graduatorie già in corso – rappresenta una grave semplificazione che tradisce una mancanza di visione complessiva del problema.
Così facendo, la Basilicata viene riportata indietro, perché si rinuncia a costruire una vera strategia di sviluppo e si finisce, di fatto, per legittimare il disimpegno delle grandi compagnie petrolifere dalla loro responsabilità sociale verso il territorio.
È paradossale che gli stessi gruppi energetici che in altre parti d’Europa e del mondo investono con decisione nella transizione energetica e nella decarbonizzazione, in Basilicata continuino a limitarsi all’estrazione di petrolio, senza un coinvolgimento reale nei processi di innovazione, riconversione industriale e creazione di lavoro di qualità.
“Occorre avere punti di riferimento chiari e ambiziosi su questa materia.
Basti pensare all’Arabia Saudita che, pur essendo uno dei Paesi che potrebbe permettersi di vivere di petrolio ancora per molti decenni, ha scelto strategicamente di investire in modo massiccio sulle energie rinnovabili e di puntare a diventare uno dei principali hub mondiali della transizione energetica..
In Basilicata, invece, di fronte a una delle più grandi rendite energetiche d’Europa, continuiamo a limitarci a misure di corto respiro come il bonus gas: strumenti utili nell’immediato, ma del tutto insufficienti e privi di una visione strutturale.
Così non costruiamo futuro, non creiamo lavoro di qualità e non accompagniamo il territorio verso la decarbonizzazione.
“È questa la differenza tra una politica che governa il cambiamento e una che lo subisce.
Ed è su questa distanza che la Regione Basilicata deve interrogarsi, se vuole davvero uscire da un modello estrattivo che produce rendite ma non sviluppo”.
Cifarelli richiama, inoltre, la piattaforma presentata dalla UILTEC, a partire dalla proposta di istituire un Fondo Sovrano regionale alimentato in modo stabile dalle royalties: “Le royalties non possono continuare a essere considerate una rendita da spendere.
Devono diventare uno strumento di investimento per il futuro.
Energia rinnovabile, digitale, manifattura green, agricoltura di qualità e turismo sostenibile sono i settori su cui costruire una vera diversificazione economica, capace di liberare la Basilicata dalla dipendenza dal petrolio”.
Questa visione deve essere messa con forza al centro dell’agenda politica della Regione Basilicata, conclude il Consigliere regionale del PD: non una gestione amministrativa delle concessioni, ma una scelta politica chiara che impone ai big player dell’energia un protagonismo attivo nello sviluppo regionale e nella transizione verso un nuovo modello economico e produttivo.





















