Bonus di 480 euro per le mamme che lavorano: la soglia di reddito e quando arriva

I soldi in busta paga arrivano “entro dicembre 2025”, secondo i piani del governo.

Non solo, perché il bonus per le mamme lavoratrici, come fa sapere today. sarà valido anche per il prossimo anno, almeno nelle intenzioni.

Nei lavori di queste settimane per mettere a punto la manovra economica per il 2026 il governo sta anche cercando le risorse necessarie per un eventuale rafforzamento dell’incentivo, ma al momento non è ancora chiaro quale sia la strategia pensata per ampliarne i benefici: il Dpfp (documento programmatico di finanza pubblica) si è limitato per ora a rimarcare che questa misura sarà “confermata e potenziata”.

Il rafforzamento del bonus per le madri lavoratrici per il prossimo anno rientra nel pacchetto di misure che il governo vuole destinare alle famiglie e all’aiuto alla natalità.

Le risorse totali stanziate nel 2025 sono di 480 milioni di euro.

Inizialmente erano 300 milioni, a cui poi ne sono stati aggiunti altri 180 in corso d’opera. Sembra che per il prossimo anno si possa arrivare almeno a 500 milioni.

Come funziona il bonus mamme lavoratrici, chi può ottenerlo e come fare per riceverlo? Secondo le regole che valgono almeno fino alla fine di quest’anno, il beneficio economico è pensato come supporto al reddito per le madri con un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) che non supera i 40mila euro all’anno.

In sostanza si tratta di un’integrazione dello stipendio dall’importo di 40 euro al mese, che vengono corrisposti tutti insieme (480 euro) alla fine dell’anno, a differenza di quanto era stato previsto inizialmente, quando si parlava di un’erogazione di mese in mese.

Il bonus spetta anche, seppur in forma ridotta, a chi ha lavorato soltanto una parte del mese. E non concorre alla formazione del reddito e quindi non è tassato. Hanno diritto al bonus le lavoratrici dipendenti, sia con contratto a tempo determinato che con contratto a tempo indeterminato, e anche le libere professioniste e le autonome.

Tutte devono però avere almeno due figli. La possibilità di usufruirne cessa quando il figlio più piccolo compie 10 anni.

Sono sempre escluse le lavoratrici domestiche.

Dal terzo figlio in su, le maglie per rientrare tra le beneficiarie del bonus mamme si allentano: l‘anno di età a cui far riferimento come l’ultimo utile per ricevere i 40 euro mensili è spostato fino al 18esimo, sempre del figlio più piccolo.

Un’unica categoria di madri lavoratrici può contare su un bonus “rafforzato”. Alle dipendenti con un contratto a tempo indeterminato e con tre o più figli a carico, anche per il 2026 si applica la decontribuzione previdenziale fino a tremila euro, come era stato previsto dalla legge di bilancio 2024.

Per le altre la possibilità di avere il bonus è arrivata in seguito, quando il legislatore ha deciso di cambiare pelle alla misura: come detto, lo ricevono in forma più blanda, appunto con i 40 euro mensili, e non come sconto previdenziale ma come integrazione del reddito.

Per ricevere il bonus, tutte le potenziali beneficiarie devono inviare la domanda esclusivamente per via telematica, direttamente sul portale dell’Inps, utilizzando le proprie credenziali Spid, carta d’identità elettronica (Cie) oppure carta nazionale dei servizi (Cns).