Stop a rapporti con il governo israeliano: “anche in Basilicata chiederemo alla Giunta regionale di adottare una linea analoga a quella pugliese. La proposta

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è ormai catastrofica.

Dall’inizio di questo vero e proprio genocidio nei confronti del popolo palestinese oltre 50.000 persone, tra cui 15.000 bambini, hanno perso la vita, vittime di una violenza spietata e indiscriminata da parte dell’esercito israeliano.

Intere comunità sono ormai private dell’accesso a beni di prima necessità, con una crisi igienico-sanitaria gravissima e una penuria di cibo che mettono a rischio la sopravvivenza di altre centinaia di migliaia di persone.

Una circostanza che non può lasciarci indifferenti soprattutto a livello istituzionale.

Serve prendere una posizione netta di condanna e chiedere un immediato cessate il fuoco.

Per questo, accogliamo con grande favore la forte e chiara decisione assunta dalla vicina Regione Puglia di interrompere ogni rapporto istituzionale con i rappresentanti del governo israeliano e con tutti i soggetti ad esso riconducibili.

Un atto di responsabilità che condividiamo pienamente e che riteniamo necessario per far sentire concretamente la voce delle istituzioni e per condannare quanto sta accadendo nella striscia di Gaza.

Sulla scorta di questo importante e coraggioso esempio, anche in Basilicata, chiederemo alla Giunta regionale di adottare una linea analoga a quella pugliese, interrompendo ogni rapporto istituzionale con il governo Netanyahu e con soggetti ad esso riconducibili.

Riteniamo che anche la nostra regione debba esprimere con forza la propria condanna e intraprendere azioni concrete per chiedere un immediato cessate il fuoco, la fine delle ostilità e la garanzia di accesso agli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza.

In momenti come questi, la neutralità diventa complicità.

Non possiamo permettere che la storia ci trovi in silenzio davanti a uno sterminio sistematico, che viola ogni principio di umanità, diritto internazionale e coscienza civile.

Tacere o temporeggiare equivale a legittimare la distruzione deliberata di un popolo.
Assumere oggi una posizione inequivocabile, anche simbolica, significa difendere i valori fondanti della democrazia e dei diritti umani.

Significa sottrarsi al ricatto dell’equidistanza e affermare con chiarezza che esiste un aggressore e una popolazione aggredita.

La Basilicata, come ogni istituzione consapevole del proprio ruolo nella storia, ha il dovere morale di dichiarare: mai più, per nessuno.

Non esistono ragioni geopolitiche o convenienze economiche che possano giustificare il genocidio.

Ogni atto di dissociazione è oggi un seme di giustizia e memoria. E ogni parola pronunciata, ogni atto deliberato in difesa della Palestina, ci definisce come individui e come collettività.

Stop a rapporti con il governo israeliano. Palestina libera”.

Così scrivono in un comunicato Alessia Araneo e Viviana Verri (M5s).