Sabato 27 settembre, Matera si è immersa nel buio e il Sasso Barisano si è acceso di migliaia di candele, trasformando l’antico rione in una costellazione rovesciata.
Matera Cielo Stellato ha riportato in vita lo storico rito collettivo che la città praticava sin dal Quattrocento per accogliere ospiti illustri, quando, al segnale del primo cittadino, ogni casa illuminava l’esterno con un lume tremolante, fino a far sembrare i Sassi un cielo di stelle caduto sulla terra.
L’edizione 2025, promossa dal Comune di Matera e dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, si è inserita nel percorso di avvicinamento a Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026.
Non soltanto una rievocazione suggestiva, ma un gesto collettivo e poetico che ha unito memoria storica, partecipazione civica e visione mediterranea.
La regia dell’evento si è sviluppata da Piazza Duomo: lo squillo di tromba di Gianpaolo Matera ha annunciato l’accensione dei lumini, come accadeva un tempo.
Da lì si è diffuso il flusso sonoro e narrativo che ha accompagnato il rito: le note di Chiara Lacertosa al pianoforte elettrico, la voce narrante dell’attore Antonello Vivilecchia e le letture in lingua araba di Naziha Fehri hanno accompagnato il pubblico in un intreccio di storia, musica e poesia.
Le poesie hanno offerto la chiave simbolica della serata.
È stato letto un estratto da L’homme qui venait du désert di Tahar Ben Jelloun, tra i maggiori scrittori marocchini di lingua francese, che descrive il deserto come paesaggio interiore di silenzio, città sommerse e notti inespugnabili: un omaggio al legame con il Marocco e in particolare con Tétouan, città che condivide con Matera il titolo di Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026.
A questa voce si è affiancata quella della poetessa araba Nāzik al-Malāʾika, con la poesia E ci resta il mare, in cui il mare cambia i suoi colori riflettendo il cielo, immagine che ha trovato risonanza immediata con Matera Cielo Stellato, dove la città stessa diventa cielo capovolto.
Le origini di questo rito risalgono almeno al XV secolo: cronisti come Marino Sanudo, Pietro Ranzano ed Eustachio Verricelli descrissero Matera illuminata da migliaia di luci tremolanti che facevano apparire i Sassi come un firmamento sotto i piedi degli uomini.
Dopo l’ultima testimonianza storica risalente all’inizio dell’Ottocento, l’incanto è stato riportato a nuova vita nel 2013 grazie all’intuizione di Francesco Foschino.
Fondamentale, nell’edizione 2025, il contributo della comunità locale: oltre venti associazioni e realtà cittadine hanno collaborato alla realizzazione dell’evento, tra cui Io sto con te, Agesci 3, Amici del Borgo, Muv Matera, Giallo Sassi, Confguide, Gta Basilicata, Culture Lucane, Materacea, Risvolta, Amabili Confini, Matera Letteratura, Avis, Energheia, Aiga, Open Culture 2019, Basilicata Link, Amici del Parco, Verde Colle Timmari, Uisp, Fidas e Il Sicomoro s.c.s.
Ha dichiarato il Sindaco di Matera, Antonio Nicoletti:
“Matera Cielo Stellato non è un evento isolato, ma un rito identitario che vogliamo riproporre ogni anno.
È il sogno di una città che si riconosce nel suo paesaggio interiore, fatto di silenzi, di luci fioche e di memorie condivise.
Un appuntamento che unisce comunità e visione”.
Ha aggiunto Rita Orlando, responsabile della progettazione culturale della Fondazione Matera Basilicata 2019:
“Nel buio e nella luce di Matera Cielo Stellato ritroviamo il nucleo di Terre Immerse, il progetto con cui accompagneremo Matera nel 2026. Così come il cielo si riflette sulla pietra in una costellazione rovesciata, anche il Mediterraneo si capovolge, rivelando la ricchezza delle sue terre interne, marginali e stratificate”.
Il Comune di Matera e la Fondazione Matera Basilicata 2019 ringraziano tutte le associazioni coinvolte e l’Arcidiocesi di Matera-Irsina per la preziosa collaborazione offerta.