Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Ciufer Basilicata:
“In Basilicata siamo ancora ostaggio di collegamenti da Terzo Mondo: treni lenti, strade tortuose, e il solito elicottero delle promesse che vola basso, carico solo di illusioni e slide.
Ma nessuno fiata. Nessuno si scandalizza.
Nessuno alza il tono per pretendere un’infrastruttura ferroviaria che non faccia arrossire. Si resta in silenzio, si sorride di circostanza, si fa finta di niente.
Non si deve disturbare chi comanda, anche se il convoglio ormai è fuori binario (ancora solo a parole, per fortuna).
Nel frattempo, i pendolari continueranno a vivere la loro odissea quotidiana: sveglia all’alba, autobus stipati come carri bestiame, attese infinite, ritardi costanti, dignità calpestata.
E Trenitalia, in tutto questo, continua serenamente a incassare.
Il nostro intento?
Solo quello di migliorare la qualità della vita di chi ogni giorno affronta questi disservizi. Ma dalla Regione arrivano solo comunicati stampa, buoni per i titoli ma vuoti nei fatti.
Proposte, idee, segnalazioni? Sistematicamente ignorate.
E allora la domanda sorge spontanea: chi ha firmato quel contratto?
Che fine hanno fatto le promesse su Napoli, Bari, Rocca Imperiale, e gli altri collegamenti fantasma?
Chi dovrebbe controllare? Chi dovrebbe rispondere?
Dove sono finiti quei bei discorsi sulla mobilità sostenibile, sull’efficienza, sui diritti dei cittadini?
Spariti. Dimenticati. Archiviati.
E ancora una volta, a pagare il conto, sono proprio loro: i cittadini. Traditi, di nuovo”.