Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Antonio Rubino, Sindaco di Moliterno:
“‘Piove, Governo ladro!’.
Ormai anche questa frase non ha piú senso in politica, la pioggia tanto attesa é un toccasana per i governi.
Ma, mentre cade la pioggia c’é una prima linea dei governi sul territorio che non dimentica la polvere della strada e il telefono che non smette di squillare perché ‘manca l’acqua’.
La crisi idrica che stiamo vivendo è l’immagine nitida di un ritardo storico.
Non è tollerabile, nel 2025, assistere senza disappunto ai disagi di anziani soli costretti a vivere senza un bene primario in casa, o famiglie che, pur pagando regolarmente bollette sempre più salate, non ricevono il servizio essenziale.
Poi, magari, i nostri cittadini si trovano senza una goccia d’acqua in cucina, mentre guardano dalla finestra una perdita nella rete idrica pubblica che zampilla per giorni, inondando l’asfalto. È la fotografia di un sistema colabrodo.
Il cambiamento climatico va affrontato, non subìto e contemplato come causa ineffabile e malattia incurabile.
Oltre agli stili di vita, agli approcci culturali, alle campagne contro lo spreco, occorre un intervento strutturale epocale da parte di chi gestisce questa risorsa vitale e di tutti.
Vediamo serbatoi, in questi giorni, riempiti fino all’orlo che, per logiche di gestione vecchie, buttano l’acqua in strada (facendo anche dei danni) per il “troppo pieno”, mentre a valle le case restano a secco, gli agricoltori in emergenza.
Serve un Piano Marshall per l’Acqua!
Abbiamo bisogno di un piano di investimenti massiccio sulla rete.
Non possiamo permetterci di perdere quasi la metà dell’acqua che immettiamo nelle tubature.
Ho percorso passo per passo la rete idrica del mio Comune, parlo con cognizione di causa.
Serve (al netto degli sforzi degli operatori che stanno sul campo) una nuova gestione delle reti, serve intelligenza nella distribuzione, sensori, valvole intelligenti e una gestione che eviti di buttare l’acqua quando c’è, per poi piangere quando manca.
Servono nuovi serbatoi per aumentare la capacità di accumulo e bisogna captare nuove sorgenti.
Noi ne abbiamo segnalate decine grazie all’aiuto dei cittadini che conoscono il territorio, ma sembra che la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, per il solo motivo dei tempi e dei lavori lunghi che richiedono, non interessi a chi gestisce questa preziosa risorsa.
Voglio essere chiaro: noi Sindaci non siamo qui per fare polemica.
C’è la massima disponibilità dei Comuni a collaborare.
Conosciamo il territorio palmo a palmo, sappiamo dove sono le criticità.
Ma i Comuni devono lavorare insieme, superando i campanilismi. L’acqua non ha confini amministrativi.
Si valuti di affidare ai Comuni risorse e responsabilità di interventi migliorativi nei vari ambiti, ma non si deve restare fermi e sprecare inutili risorse in altre attività, l’emergenza non attende.
Sento di dover fare anche un ultimo appello, in vista delle prossime riunioni dell’Assemblea di Acquedotto Lucano.
Il mio auspicio è perentorio: basta discutere di postazioni, di poltrone o di equilibri di potere. L’ordine del giorno deve essere uno solo: i problemi reali della gente.
Si parli di: piani di manutenzione straordinaria, tempi certi per le riparazioni, investimenti tecnologici.
Garantire l’acqua corrente, pulita e continua non è un lusso. È l’ABC della civiltà.
Un territorio che vuole attrarre turismo, imprese e giovani non può cadere su un servizio così basilare.
Un territorio che ha bisogno di investire in agricoltura, così rischia di suicidarsi. È una sfida di modernità che la Basilicata deve vincere ora”.





















