Basilicata, lettera con proiettili e minacce: solidarietà di Nicola Zingaretti, Edomondo Cirielli ed Emanuele Prisco

Insieme alle circa 8000 persone che con telefonate e messaggi hanno espresso solidarietà al segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo – che nelle scorse settimane ha ricevuto a casa una lettera contenente due proiettili di arma da fuoco e un messaggio di minacce – e oltre all’Amministrazione Penitenziaria che gli ha mandato una lettera dimostrando vicinanza, messaggi di solidarietà sono giunti dal mondo politico, in maniera bipartisan, dal Presidente della Regione Lazio e segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, dal Questore della Camera Edmondo Cirielli (FdI) e dal deputato Emanuele Prisco (FdI).

Di Giacomo ha ringraziato gli esponenti politici informandoli sulle proprie condizioni di salute dovute allo sciopero della fame, iniziato 14 giorni fa e che, ha detto:

“proseguirà fino a quando non ci saranno risposte ed atti concreti alle numerose richieste che abbiamo fatto per la tutela del personale penitenziario e dei cittadini”.

Il segretario del Sindacato Polizia Penitenziaria sta pagando in prima persona l’esposizione contro la criminalità:

“Ma non mi lascio intimorire come dimostrano le prime azioni di protesta e lo sciopero della fame, a cui faranno seguito altre più clamorose.

Ho voluto da giorni avviare un nuovo tour attraverso le carceri – con le tappe di Napoli-Poggioreale, Foggia e Campobasso – per accendere un nuovo allarme: la criminalità  organizzata – dai clan mafiosi, di ‘ndrangheta, camorra agli ultimi arrivati della mafia nigeriana – controlla gran parte degli istituti con la “resa incondizionata” dello Stato.

Tantissimi i casi che abbiamo denunciato e “provato” dell’attuale sistema carcerario troppo buonista e permissivo nei confronti dei detenuti che punta persino all’abolizione del 41 bis: dai continui ritrovamenti di telefonini, sistemi di trasmissione di “pizzini” agli uomini del clan, dubbi suicidi, detenzione di droga, sesso in cella.

Se lo Stato ha ammainato bandiera bianca e delegato il controllo degli istituti penitenziari ai capi clan, noi non ci rassegniamo affatto, siamo e saremo a tutela della legalità, dell’autentica giustizia, della sicurezza dei cittadini”.