È stato presentato nella sala Mandela del Comune di Matera il Sistema di intervento contro la violenza di genere dell’Ufficio di Piano e delle Politiche di genere del Comune di Matera coordinato dalla Dott.ssa Caterina Rotondaro.
Un approccio sistemico secondo il quale la violenza di genere non è vista solo come un atto individuale, ma come il prodotto di un sistema complesso, che include dinamiche in continua stretta relazione fra loro.
Il Metodo nelle sue declinazioni è descritto in una brochure dove sono elencati i servizi e i numeri utili in caso di richiesta di aiuto.
Dopo i saluti del sindaco Antonio Nicoletti, sono intervenute l’Assessora alle Pari Opportunità e Politiche di genere del Comune di Matera Stefania Draicchio e Dott.ssa Caterina Rotondaro, Coordinatrice di Piano, la Dott.ssa Annamaria Lence, la Dott.ssa Paola Brancato, il Dott. Roberto Di Polito, che hanno illustrato il sistema, e la Dott.ssa Simona Lanzoni di Fondazione Pangea, che ha presentato i dati dell’anno 2025 di gestione dello sportello per donne vittime di violenza di genere e di stalking e della Casa Rifugio Isabella Morra.
Sono intervenuti anche Alessio Coccioli, Procuratore della Repubblica di Matera, il Gip Angelo Onorati, Elena Raggio, Dirigente della Questura di Matera-Divisione Anticrimine, il Colonnello dei Carabinieri di Matera Gianfranco Di Sario, Andrea Gigliobianco, Direttore Sanitario dell’Asm.
Secondo tale Metodo Strutturato, tre sono gli ambiti di applicazione:
· Prevenzione primaria: si attua agendo sui fattori sociali, culturali e strutturali che contribuiscono alla violenza, come ad esempio interventi psicoeducativi e di sensibilizzazione.
· Supporto alle vittime: un approccio di intervento che supporta la vittima considerando la sua storia e il contesto, intervenendo anche a livello familiare e comunitario.
· Trattamento degli autori: si rivolge anche agli uomini che agiscono violenza, analizzando le loro rappresentazioni sociali
I servizi del Comune di Matera si avvalgono di un team composto da psicologhe, psicologi e assistenti sociali e sono:
· Centro Anti Violenza (CAV);
· Sportello di ascolto per donne vittime di violenza di genere e di stalking. Collegato al 1522 e ad un numero dedicato (3404549044), gestito da Fondazione Pangea;
· CUAV (Centro per uomini autori di violenza),
· Casa Rifugio Isabella Morra, protetta e gestita dalla Fondazione Pangea in grado di ospitare fino a otto donne con i propri figli minori. Anche per la Casa Rifugio si può utilizzare il numero dedicato.
Il Metodo prevede anche un’azione di politiche integrate, affinché si attui un fitta rete collaborativa in grado di sviluppare interventi che coinvolgano vittime e autori, basati sulla comprensione del contesto di funzionamento del sistema e sulla modifica di norme sociali e disuguaglianze che alimentano il fenomeno.
· PROTOCOLLO “RETE DONNA” – Attivo da diversi anni, ad oggi si compone di circa 50 organizzazioni pubbliche e del privato sociale che operano, ognuno con le proprie specifiche competenze, nell’ambito del fenomeno della violenza di genere;
· Tavolo permanente sulle politiche di genere in cui vengono evidenziate le numerose criticità ed i bisogni del territorio, interloquendo con le istituzioni e gli enti del Terzo settore.
· A breve inoltre verranno riavviate le attività del Centro per l’imprenditoria femminile per agevolare l’accesso delle donne in condizioni di “disagio” psicosociale nel mercato del lavoro, nonché di consolidare o sviluppare una propria attività d’impresa o professionale.
Nel 2025 al CAV del Comune di Matera sono state prese in carico 29 donne, 3 di queste minorenni, il numero maggiore di donne ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni.
Sono 73 le persone che hanno inviato richiesta di aiuto telefonicamente allo sportello, e 6 donne con i loro rispettivi figli sono state ospitate nella Casa Rifugio Isabella Morra.
“Il dato delle richieste di aiuto è significativo se si considera che l’ambito territoriale riguarda essenzialmente la provincia di Matera – dichiara l’Assessora Draicchio -.
Il lavoro che dobbiamo portare avanti deve passare necessariamente dalle comunità educanti, evitando che in abito sociale prevarichino le differenze di genere, le disuguaglianze e gli stereotipi poiché contribuiscono a normalizzare, tollerare o persino incoraggiare la violenza.
Per continuare efficacemente a contrastare ogni nuova forma di violenza, dobbiamo continuare a lavorare tenendo conto dei mutamenti della società, dei rischi nascosti del web, delle nuove forme di discriminazione anche legate alla Intelligenza artificiale”.





















