Taglio Parlamentari: “La Basilicata vede ridotta la propria componente parlamentare da 13 a 7 rappresentanti”! A dirlo

Ecco quanto sostiene il consigliere di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto, sulla legge – approvata dalla Camera il 7 Ottobre – che sancisce in via definitiva il taglio dei Parlamentari:

“Il tempo, si dice, è galantuomo, spesso permette di riflettere, ponderare e magari giungere a riflessioni di contenuto diverso rispetto a quelle sostenute in passato.

Il riferimento è alla presa di posizione di alcuni illustri politici della sinistra lucana, che in aperta controtendenza rispetto alla decisione assunta dai loro partiti di riferimento meno di un mese fa alla Camera, oggi manifestano un’opinione contraria al voto plebiscitario del 7 Ottobre, parliamo di 553 deputati favorevoli al taglio e solo 14 contrari, con due astenuti’.

Si è deciso il taglio dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200.

Tutti a godere della bella botta data al ‘sistema del poltronificio’, dimenticando che a piangere per un tale provvedimento sono regioni come la Basilicata, che vedono ridotta la propria componente parlamentare complessivamente da 13 a 7 rappresentanti (i senatori passano da sette a tre i deputati da sei a quattro).

Un numero decisamente insignificante, diciamo pure irriguardoso per una realtà come la nostra, caratterizzata morfologicamente da un territorio molto esteso a bassa densità.

Appaiono pertanto legittime e meritevoli le iniziative come la creazione di Comitati che rimandano al mittente una riforma regressiva e antidemocratica.

Frutto di spot abbaglianti, gettati in pasto all’opinione pubblica, con il miraggio di risparmi accertati (veramente minimi) e di lotta giustificata agli sperperi della spesa pubblica.

Onestamente a mio parere gli stessi risultati si possono ottenere riducendo le indennità parlamentari, accompagnate magari dalla diminuzione della spesa dell’intero entourage della macchina parlamentare decisamente eccessivo agli occhi e nei fatti a tutti.

Invece no.

Si è deciso di seguire una strada diversa e di infliggere un colpo mortale alla già derelitta democrazia rappresentativa.

Allo stato dell’opera (il danno è in procinto di produrre i suoi effetti), non rimante che lanciare un grido d’allarme a tutta la classe politica lucana, affinché abbandoni contrasti e dissidi e si schieri unita a favore dell’utilizzo dello strumento di democrazia diretta del referendum confermativo.

Occorre salvare la democrazia e gli istituti costituzionali a disposizione della nostra regione, dalla cui ratio trapela a chiare lettere che bisogna garantire a tutti sia esso cittadino che schieramento una rappresentatività sul territorio degna di tal nome.

La stessa riforma considerata epocale dagli esponenti del governo pentastellato non contribuisce in alcun modo a dare trasparenza ai lavori parlamentari o ad accelerare gli iter parlamentari legislativi.

Si ripropone invece nella sua interezza per la nostra democrazia il problema del bicameralismo perfetto, oramai anacronistico e antistorico in tutti i suoi effetti.

Al contrario l’attuale governo ha considerato il taglio dei parlamentari come la panacea di tutti i mali, perdendo di vista valori come il pluralismo prerogativa fondamentale per il nostro sistema democratico.

Altro aspetto peculiare per la nostra regione e di tutte quelle di piccole dimensioni è che la scarsa pattuglia parlamentare eletta sarebbe ad esclusivo appannaggio dei partiti di maggioranza, con la totale scomparsa in Parlamento degli esponenti delle minoranze.

Si riuscirebbe ad eleggere un senatore ogni 300.000 abitanti, province come quella di Matera non sarebbero più rappresentate in Senato.

Le nostre istanze, peculiari al nostro territorio sarebbero affidate a deputati di altre regioni meglio rappresentate, un pericolo da evitare.

E allora lo strumento referendario rimane l’unica arma a disposizione della politica lucana e per noi politici lucani, per scongiurare un tale disastro e per dare un taglio al taglio dei parlamentari”.