I continui arrivi di prodotto di bassa qualità dall’estero mettono a rischio il lavoro degli agricoltori facendo crollare le quotazioni all’origine di un prodotto simbolo della dieta mediterranea come il grano.
A denunciarlo è la Coldiretti di Basilicata, mentre cresce l’allarme nelle campagne dove le eccellenze si ritrovano a fare i conti con pressioni e speculazioni.
Contro questo scandalo sono scesi in piazza migliaia di agricoltori della Coldiretti, oltre un migliaio provenienti dalla Basilicata nelle scorse settimane a Bari, con un’imponente mobilitazione che ha portato il Governo ad accogliere la piattaforma di proposte elaborata dall’organizzazione agricola per fermare le speculazioni e l’azione dei trafficanti di grano.
Grazie a questa azione, non solo è stata invertita la tendenza del mercato nazionale, ma è stata bloccata la corsa al ribasso dei prezzi che altrimenti sarebbero ulteriormente peggiorati.
Quotazioni che restano però ancora su livelli inferiori rispetto ai costi di produzione definiti da Ismea.
Continua la Coldiretti lucana:
“A rendere ancora più inaccettabile la situazione è il fatto che il grano canadese viene trattato con il glifosato il cui utilizzo nel nostro Paese è vietato nella fase di pre raccolta a causa dei timori per i possibili effetti cancerogeni.
Un fenomeno che mette a rischio la salute dei cittadini oltre a rappresentare una forma di concorrenza sleale verso gli agricoltori italiani, visto che nei Paesi extra Ue si continuano ad usare sostanze e pesticidi che in Europa sono vietati da decenni, grazie alla mancata applicazione del principio di reciprocità”.
C’è poi un altro aspetto, non meno importante: oltre la metà del grano duro canadese è quest’anno di qualità pessima con chicchi fortemente germogliati, danni da insetti e funghi, secondo i risultati delle analisi delle autorità del Canada sul raccolto nazionale.
Si tratta di una vera e propria beffa per i nostri agricoltori, considerato che gli arrivi di prodotto canadese nei porti tricolori nel 2025 sono praticamente raddoppiati, con un effetto dirompente sulle quotazioni del prodotto nazionale.
Un’invasione spinta anche dal dazio zero che l’Unione Europea ha concesso ai cereali del Paese dell’acero, frutto dell’accordo commerciale Ceta.
Evidenzia Coldiretti Basilicata:
“Non a caso la nostra organizzazione agricola è stata l’unica a opporsi alla ratifica dell’intesa che ha portato oggi ad un aumento esponenziale delle importazioni di grano canadese mettendo a rischio la sicurezza e la qualità delle nostre produzioni e danneggiando gli agricoltori italiani che garantiscono invece standard di eccellenza e di qualità unici al mondo”.





















