Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa relativo alla costituzione ufficiale dell’associazione “Coordinamento Agricoltori della Basilicata”, nata come fanno sapere gli organizzatori:
“con l’obiettivo di introdurre metodo, programmazione e responsabilità nella gestione delle infrastrutture idriche e del sistema agricolo regionale.
Il documento ripercorre le principali criticità emerse nei territori – dalle opere ferme o non funzionanti ai ritardi nella manutenzione e nell’assenza di cronoprogrammi pubblici – e richiama la necessità di una governance moderna, trasparente e orientata ai risultati.
Riteniamo che la questione riguardi non solo il comparto agricolo, ma l’intero sviluppo economico della Basilicata. Per questo abbiamo scelto un approccio istituzionale e costruttivo, fondato su dati, analisi e richieste concrete”.
Di seguito il testo:
“È stata costituita ufficialmente l’associazione “Coordinamento Agricoltori della Basilicata”.
Non nasce da una protesta, ma da una scelta di responsabilità.
Non rappresentiamo un volto, ma un sistema produttivo che chiede metodo, programmazione e decisioni.
La nostra forza è l’intera Basilicata: imprese, agricoltori, tecnici e giovani che chiedono un modello di sviluppo moderno, competitivo e misurabile.
Dopo mesi di analisi nei territori, una cosa è chiara: non manca l’acqua, manca un sistema in grado di farla arrivare dove serve.
Non è solo una questione idrica: è una questione di infrastrutture, metodo, governance e competitività.
Senza una pianificazione efficace, senza manutenzione programmata, senza responsabili chiari e senza investimenti coerenti, nessun settore può crescere.
Lo diciamo con rispetto istituzionale ma con chiarezza: avevamo chiesto un incontro formale. Non è stato concesso.
Il confronto è un atto di responsabilità, non un rischio da evitare. I fatti sono noti.
La diga di Montecotugno non è ferma, ma ha una parete rotta da anni: una criticità strutturale mai risolta.
La diga del Rendina è ferma da anni, in attesa di una ristrutturazione mai avviata. Ma non è tutto.
Le infrastrutture di adduzione non funzionano come dovrebbero. La traversa di Trivigno non funziona e non consente il corretto alimentamento della diga di San Giuliano.
La traversa sul Sarmento è nella stessa condizione: un’opera che dovrebbe portare acqua negli invasi ma che, di fatto, non svolge più il suo ruolo.
Sono due infrastrutture fondamentali, inattive da anni, che rappresentano l’ennesimo indicatore di un sistema privo di manutenzione programmata, controllo delle performance e responsabilità operative.
Se non si interviene e se non si pretende il ripristino del funzionamento delle infrastrutture esistenti, come si può pensare di tutelare davvero il settore agricolo?
La competitività non si costruisce con le parole, ma con impianti che funzionano e decisioni che producono risultati. Per tutte queste opere esiste un SAL aggiornato? Esiste un cronoprogramma pubblico?
Esiste un responsabile unico dell’avanzamento? Sono strumenti minimi per qualunque governance orientata ai risultati. Oggi, semplicemente, non risultano disponibili.
E le conseguenze sono misurabili: la crescita economica della Basilicata è pari quasi a zero. Non sorprende.
Senza infrastrutture affidabili, senza una strategia e senza capacità di esecuzione, nessun territorio può generare sviluppo. Possiamo avere imprese eccellenti, produzioni competitive, giovani preparati, ma se il livello istituzionale non sostiene con metodo e responsabilità, la competitività si blocca.
Bonus emergenziali, conferenze e dichiarazioni non costituiscono una strategia: sono risposte tardive. Qui serve un modello.
Una Regione che opera con indicatori, cronoprogrammi, responsabilità definite. Una governance che anticipa, non che rincorre.
Il Coordinamento non nasce per protestare, ma per proporre.
Non per dividere, ma per introdurre metodo e responsabilità. E come comparto produttivo abbiamo il dovere di chiedere atti concreti, non annunci. Se esiste la volontà di tutelare davvero l’agricoltura lucana, è il momento delle decisioni.
Se invece prevarrà l’immobilismo, il panettone arriverà come ogni anno; la colomba pasquale, invece, la meriterà solo chi avrà scelto il coraggio della responsabilità. Noi ci siamo. Con metodo, competenza e obiettivi chiari.
La Basilicata può crescere. Ma la crescita è un risultato, non una speranza. E i risultati dipendono da scelte che oggi spettano a voi”.





















