Basilicata, deposito scorie nucleari: sembra “non si voglia tener conto del rischio terremoti e delle estrazioni petrolifere”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa della Cgil Basilicata sulla valutazione da parte della Sogin del prossimo deposito unico di scorie previsto a livello nazionale.

Ecco quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa:

“L’audizione dei vertici Sogin il 25 Maggio in commissione bicamerale ecomafie sul tema Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente interessate) ha lasciato parecchie perplessità sui criteri dell’individuazione dei siti potenzialmente idonei al deposito unico di scorie.

Ci si chiede perché la Sogin non abbia preso in considerazione i criteri di esclusione riportati dalla guida tecnica 29 sui criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti radioattivi a bassa e media attività con cui l’Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale) definisce le procedure di attuazione e le disposizioni di legge in materia di sicurezza nucleare, aprendo altri interrogativi.

Tra i diversi criteri di esclusione delle aree ci sono quelli legati alla sismicità di un territorio, alla presenza di giacimenti minerari ed estrazioni e anche la presenza di sbarramenti, invasi e dighe artificiali oltre che alla non interferenza con le falde acquifere idonee per l’irrigazione o l’acqua potabile.

La Sogin interpellata ha risposto sconfessando i criteri di esclusione dell’Ispra e modellando le disposizioni di sicurezza secondo propri criteri di valutazione che non coincidono con i requisiti richiesti nè tantomeno con le specificità territoriali e ambientali della Basilicata.

Ascoltando i vertici Sogin risulta addirittura che la sismicità in Basilicata è in una categoria, ignorando la storia dei terremoti in Basilicata ma soprattutto tutta la letteratura scientifica a riguardo, ritenendo il livello di sismicità non così devastante e pericoloso.

La Sogin potrà anche derubricare la portata degli eventi sismici in Basilicata ma noi lucani portiamo ancora le ferite cucite sulla pelle e nei ricordi di quei giorni del sisma dell’80.

Quanto alle dichiarazioni del delegato Sogin circa la costruzione di un impianto di deposito in Basilicata, che avrebbe un grado di sicurezza idonea alla sismicità della nostra regione, purtroppo sappiamo che non ci può essere una controprova a quanto asserito.

Ancora, secondo la Sogin la presenza di giacimenti minerari (petrolio, gas) non è un limite o un criterio di esclusione poiché le estrazioni avranno una durata limitata nel tempo rispetto alla durata prevista del deposito.

Da ciò è possibile dedurre che le valutazioni e i criteri riportati dal ministero dell’Ambiente per l’esclusione e l’idoneità dei siti per il deposito unico delle scorie hanno valenza per tutti tranne che per la Sogin, che decide da sola cosa sia valido oppure no.

Questo non è un bel segnale per la Basilicata e non è un elemento di imparzialità sui temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica di un territorio se le linee guida dello Stato vengo adattate a discapito di cittadini e comunità.

Le risposte date in commissione bicamerale dalla Sogin ci convincono che non bisogna abbassare la guardia sul tema e non farsi distrarre da azioni aperte e partecipate che, visti i risvolti, vogliono spostare la luce del riflettore altrove distraendo l’attenzione.

Noi, in quanto Cgil Basilicata, non abbasseremo la guardia sul tema e al contrario proveremo a tenere accesa la luce sulle zone spesso in ombra”.