Pensioni, pagamenti di giugno in ritardo e c’è chi rischia di avere meno soldi: ecco il calendario

Un piccolo ritardo nel calendario dei pagamenti del prossimo mese: si parte da martedì 3 giugno, a causa dei giorni festivi.

E poi il rischio di un taglio dell’assegno per alcuni pensionati.

Vediamo cosa succede per le pensioni a giugno, andando con ordine.

Premessa doverosa: come fa sapere today a partire da martedì 20 maggio è possibile consultare il cedolino della pensione di giugno sul sito dell’Inps.

In questo modo i pensionati sanno con qualche giorno di anticipo qual è la cifra che spetta loro a partire dall’inizio del mese successivo.

E proprio consultando il cedolino si può valutare la presenza di eventuali trattenute fiscali, contributive e assistenziali.

Veniamo al punto.

Come ha fatto sapere l’Inps con una circolare, nel mese di giugno verrà applicata una decurtazione mensile di 50 euro a quei pensionati che nel 2022 hanno percepito erroneamente i bonus una tantum da 150 e 200 euro.

Questi incentivi, concessi dal governo Draghi per fronteggiare l’incremento del costo della vita, erano stati elargiti automaticamente in base ai dati fiscali provvisori relativi al 2021.

Controlli successivi hanno fatto poi emergere come alcuni beneficiari possedessero redditi superiori alle soglie stabilite e, di conseguenza, non dovevano ricevere quelle somme.

Ecco perché l’Inps recupererà questi importi, detraendo 50 euro al mese dal netto della pensione, fino al raggiungimento dell’ammontare complessivo dovuto, che potrà oscillare da 200 a 350 euro, con ritenute previste da giugno a settembre o dicembre 2025.

In sostanza, si tratta quindi di un rimborso più che un vero e proprio taglio.

Nel dettaglio, le comunicazioni sulla cifra da rimborsare sono state spedite tramite la “piattaforma Send”, il sistema ufficiale per le interazioni digitali della pubblica amministrazione.

I pensionati coinvolti hanno ricevuto tutte le informazioni sulle procedure di restituzione e possono verificare la propria posizione sui canali dell’Inps.

Il recupero delle somme può avvenire in due modi:

  • ritenute mensili di 50 euro direttamente sull’assegno pensionistico, a partire da giugno 2025, fino al completo recupero;
  • avvisi di pagamento tramite PagoPA, nei casi in cui la detrazione diretta sulla pensione non sia fattibile.

Sul fronte opposto, invece, arrivano (piccole) novità positive per i pensionati a basso reddito. Dal mese di giugno 2025, infatti, aumentano le maggiorazioni sociali, con il passaggio da 136,44 euro a 144,44 euro.

Il trattamento minimo mensile viene così portato a 747,84 euro per chi percepisce la maggiorazione piena.

Tra i requisiti per l’aumento ci sono: un reddito personale annuo massimo di 9.721,92 euro, e un reddito coniugale complessivo massimo di 16.724,89 euro.

Come detto all’inizio, a giugno la pensione arriverà con qualche giorno di ritardo rispetto al solito.

Nulla di anomalo, succede per la presenza di due giorni festivi: il giorno 1, che è una domenica, e il giorno 2, quando si celebra la festa della Repubblica.

Accrediti e pagamenti diretti scatteranno a partire da lunedì 2.

Per chi invece ritira la pensione in contanti presso gli uffici postali, il pagamento viene effettuato secondo questo calendario, scaglionato in base all’iniziale del cognome:

A – B: martedì 3 giugno
C – D: mercoledì 4 giugno
E – K: giovedì 5 giugno
L – O: venerdì 6 giugno
P – R: sabato 7 giugno (solo mattina)
S – Z: lunedì 9 giugno.