Ospedale Matera: “Non ci sono risorse, liste d’attesa lunghissime, medici che appena possono vanno in altri ospedali”! Ecco la denuncia

Il movimento politico Volt denuncia una situazione drammatica nell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera:

“Dall’Ospedale Madonna delle Grazie sono fuggiti prima i medici e adesso anche i pazienti. Non vuole andarci più nessuno, nemmeno per prestazioni di non particolare gravità.

Abbiamo chiesto al personale sanitario cosa sta accadendo: non ci sono risorse, liste d’attesa lunghissime, medici che appena possono vanno in altri ospedali.

Un quadro plastico di abbandono che esaspera sempre di più le professionalità e che sta finendo per provocare anche lo scollamento tra medici e infermieri…

Una situazione che sta facendo scivolare il Madonna delle Grazie a livelli sempre più bassi anche tra le sole regioni del sud.

La Corte dei conti, nell’audizione di qualche giorno fa relativa agli investimenti del PNRR, ha dichiarato che il Servizio Sanitario non garantisce al Sud un’assistenza di qualità.

Nel rapporto si legge che la questione sanitaria è diventata la vera, drammatica e nuova questione meridionale: poiché è dal diritto alla salute e alle cure che passa la verifica fondamentale della tenuta democratica.

I servizi sanitari hanno un significativo impatto sulle risorse pubbliche e sul bilancio regionale con una spesa sanitaria pari a circa l’80% della quasi totalità delle Regioni e un peso considerevole nella determinazione del valore pro capite.

La Basilicata è quella che nel 2020 ha fatto registrare la spesa sanitaria pro capite più bassa d’Italia: 2012 euro a fronte della media nazionale di 2.120 euro.

Ma se i criteri del fondo di dotazione nazionale per privilegiare i territori che possono fruire di attività già esistenti ed efficienti, per l’altra parte del Paese, quella del Sud, non rimane che provare un recupero impossibile.

Le risorse provenienti dal PNRR costituiscono un’occasione unica per un impegnativo ridisegno del sistema sanitario, che dovrebbe intervenire in particolare sullo sviluppo infrastrutturale, che rappresenta l’area più critica di differenziazione tra le Regioni”.