Matera, depuratore località Pantano: potrà sostenere i picchi di portata derivanti dagli afflussi turistici. Ecco le prossime zone interessate

Il Commissario Unico sulla Depurazione fa sapere:

“Sono stati completati a Matera, dopo circa due anni, i lavori di adeguamento del depuratore in località Pantano: dai precedenti 28 mila, ora l’impianto può trattare reflui per 34 mila abitanti equivalenti, con tecnologie in grado di sostenere i picchi di portata derivanti dagli afflussi turistici, cresciuti notevolmente con le iniziative di Matera ‘Capitale della Cultura’.

L’intervento, per un valore economico di 4,5 Milioni di euro, è tra quelli individuati per superare l’infrazione comunitaria 2014/2059, ancora in fase istruttoria ma su cui pende una possibile condanna per l’Italia: gestito inizialmente dal Commissario Straordinario per la Regione Basilicata, l’agglomerato materano è passato, con il decreto ‘Sblocca Cantieri’, sotto il controllo del Commissario Unico per Depurazione, Maurizio Giugni.

Sono altri due gli interventi previsti a Matera dalla Struttura Commissariale: il potenziamento dei depuratori in località Sarra (in corso la stipula del contratto dei lavori) e Lamione, per il quale si sta procedendo alla verifica del progetto esecutivo.

I lavori in località Pantano sono stati diretti da Acquedotto Lucano e hanno riguardato una serie di adeguamenti funzionali del ciclo, nella linea acque e in quella fanghi, con interventi radicali sulle varie fasi del trattamento.

Il depuratore è ora dotato di nuovi strumenti di telecontrollo, di un sistema di gestione che consente di far fronte ai periodi di maggiore afflusso e di manutenere le linee senza interrompere il servizio, con una maggiore attenzione all’ambiente e alla riduzione dei rumori”.

Spiega Giugni:

“La Struttura Commissariale è intervenuta solo in una fase ultima dei lavori, che oggi consentono a Matera di fare un bel passo in avanti verso un sistema di depurazione più efficiente.

I prossimi interventi e un serrato confronto con le istituzioni europee dovranno consentire l’uscita dell’agglomerato di Matera dalla procedura”.