La Prof. Dell’Osso di Bernalda, tra gli scienziati italiani di maggior impatto nel mondo, scrive a Draghi! Ecco le proposte

Le “Top Italian Women Scientists-Tiws”, un club costituitosi all’interno di Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale Salute della Donna e di Genere, che raggruppa le scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica e censite nella classifica dei Top Italian Scientists (Tis) di Via-Academy (un censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo) ha scritto al Prof Draghi in occasione della “Giornata internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza”, con l’obiettivo di ricordare l’importante ruolo femminile in ambito scientifico.

La Prof. Liliana Dell’Osso, di Bernalda (MT), direttrice della Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa, è l’unica scienziata lucana ammessa per effetto di un censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo, misurato con il valore di H-index, l’indicatore che racchiude sia la produttività sia l’impatto scientifico del ricercatore, nonché la sua continuità nel tempo, e che si basa sul numero di citazioni per ogni pubblicazione.

Il gruppo riunisce le eccellenze femminili, donne che si contraddistinguono per un’alta produttività scientifica e che hanno dato un sostanziale contributo allo sviluppo in campo biomedico, nelle scienze cliniche e nelle neuroscienze.

L’obiettivo è quello di promuovere la ricerca “rosa” e avvicinare le giovani a questo mondo.

Evidenzia la Prof. Dell’Osso:

“Oggi si celebra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza: una ricorrenza voluta dall’Onu per incentivare un accesso paritario delle donne alla scienza, promuovere l’uguaglianza di genere in questo campo e raggiungere una piena parità di opportunità nella carriera scientifica.

Una giornata per ricordare quanto, ancora oggi, stereotipi e pregiudizi rendano le carriere femminili un percorso a ostacoli“.

Le proposte avanzate sono le seguenti.

  • L’implementazione di programmi scientifici e sanitari, da parte di un gruppo di eccellenza di ricercatrici in campo biomedico, su quanto potrebbe oggi essere fatto a contribuire al controllo e arresto della pandemia da Covid-19, nella prevenzione e cura delle malattie cronico-degenerative (quali tumori, malattie cardiovascolare e diabete), la cui gestione in pandemia ha sofferto e dei danni psico-fisico-relazionali conseguenti alla pandemia, nonché in ambito materno-infantile, malattie rare e autoimmuni.

Molte ricercatrici hanno competenze in questi campi e vorrebbero essere ascoltate.

  • La costituzione di una task force comprendente un ampio numero di donne scienziate che serva alle autorità nella promozione di progettualità tecnico- scientifiche, tenendo conto di uno scenario non solo nazionale, ma anche internazionale, che è poi quello nel quale noi le scienziate si muovono costantemente;
  • La predisposizione di documenti da presentare all’attenzione del Governo e dei Ministeri competenti per la risoluzione di problemi che riguardano la salute dei cittadini;
  • Lo sviluppo di iniziative volte alla promozione di figure femminili che si distinguono per merito e competenza, favorendo azioni volte ad eliminare le barriere culturali e/o giuridico amministrative che limitino la creatività e la progettualità dell’”universo scientifico femminile” e sostenendo azioni volte a ad annullare il gender gap;
  • La diffusione della cultura delle pari opportunità, aggregando principalmente imprese e sistemi di imprese, enti di studio, ricerca, promozione, formazione, già attivi o interessati a implementare strategie di azioni e interventi in grado di contrastare le discriminazioni e favorire i principi di parità e la valorizzazione delle differenze;
  • Un contributo in una campagna informativa su vaccini, immunologia e salute globale, simile a quella che Fondazione Onda sta svolgendo sui social, evitando la confusione che viene spesso ingenerata da una cattiva comunicazione.

Come gruppo di scienziate con conoscenze multidisciplinari in campo biomedico è stato espresso il desiderio che queste proposte possano essere prese in considerazione e di essere parte integrante di indirizzi, che potrebbero essere spesso migliori, se soltanto l’ascolto fosse indirizzato a una pluralità, che sfortunatamente vede le competenze femminili sotto stimate.

Le ricercatrici sono convinte che una Società moderna e civile si basi “sul merito e sulla rappresentanza delle sue componenti al momento meno visibili proprio perché impegnate spesso nel lavoro di background, nella consapevolezza che la ricchezza di punti vista di figure nuove di donne competenti produca progresso e consenta di raggiungere più traguardi”.