La crisi idrica che sta colpendo la Basilicata rappresenta una delle sfide più gravi e complesse degli ultimi decenni.
Lo ha detto il Presidente della Regione Vito Bardi nel corso della sua relazione al Consiglio regionale straordinario di oggi, sottolineando come l’emergenza non sia solo contingente, ma strutturale.
E richieda risposte immediate e strategie di lungo periodo.
“Non possiamo più affrontare la carenza idrica come un fenomeno straordinario – ha affermato Bardi -.
Il cambiamento climatico, con temperature record e precipitazioni sempre più scarse, ha reso instabile il nostro sistema idrico. Ma non stiamo con le mani in mano: investiamo, pianifichiamo, monitoriamo costantemente, e soprattutto, costruiamo il futuro”.
Verso la dichiarazione dello stato di emergenza
Bardi ha annunciato che la Regione, in relazione alle difficoltà registrate nel mondo agricolo e industriale, sta valutando la richiesta di proroga dello stato di emergenza, già dichiarato dal Governo nazionale nell’ottobre 2024 e prorogato a marzo 2025.
“Senza poteri straordinari non è possibile accelerare i processi in atto – ha detto -. Abbiamo avviato la ricognizione dei fabbisogni e definito il quadro delle opere urgenti da realizzare per superare la fase emergenziale”.
Una rete fragile, ma al centro dell’azione regionale
Tutti gli schemi idrici gestiti da Acquedotto Lucano sono oggi in stato di allerta, con situazioni particolarmente critiche in Alta Val d’Agri, Vulture-Melfese, Collina Materana e nella città di Matera, che dipende quasi interamente da approvvigionamenti esterni.
Gli invasi principali – Monte Cotugno, Pertusillo e Conza – registrano cali preoccupanti, fino al 27% in meno rispetto al 2024. Solo la diga del Camastra mostra un miglioramento, frutto di interventi già completati.
In molte zone, le sorgenti naturali si stanno prosciugando. “Dobbiamo prendere atto che la nostra rete idrica, in molte aree, è obsoleta e dispersiva – ha detto Bardi –. Per questo abbiamo avviato una serie di interventi strutturali per ridurre le perdite, sostituire tratti danneggiati e introdurre nuovi sistemi digitali di monitoraggio”.
Nuove opere, nuove fonti
Il piano della Regione prevede oltre 100 km di rete da sostituire, il potenziamento degli impianti di sollevamento e l’attivazione di nuove fonti: dai pozzi del Lago del Pantano alle sorgenti dell’Alta Val d’Agri, oggi oggetto di verifica per l’uso potabile.
Tra le opere prioritarie anche una presa stabile dal fiume Basento e il riuso delle acque reflue per usi industriali.
“Stiamo lavorando su tutti i fronti: dall’ammodernamento delle reti alla ricerca di nuove fonti, fino al potenziamento degli impianti di potabilizzazione – ha spiegato il Presidente –. Ogni intervento ha una logica precisa: aumentare la resilienza del sistema e ridurre la dipendenza da poche risorse”.
Sinergia istituzionale e supporto agli enti gestori
Il Presidente ha anche evidenziato la necessità di rafforzare Acquedotto Lucano e il Consorzio di Bonifica, riconoscendo il loro ruolo chiave nella gestione e manutenzione delle reti. “Non possiamo chiedere efficienza senza fornire strumenti adeguati. Per questo stiamo investendo anche nel personale, nella formazione e nell’innovazione tecnologica”.
Un appello alla responsabilità collettiva
Infine, un appello alla cittadinanza:
“Ognuno deve fare la propria parte – ha concluso Bardi -. Abbiamo bisogno di un uso consapevole e responsabile dell’acqua. Invitiamo i cittadini a dotarsi di serbatoi domestici e a ridurre i consumi, soprattutto nelle ore notturne. L’acqua è un bene comune e un diritto primario. Lavoriamo insieme per non renderla un privilegio”.
Con una visione chiara, risorse mobilitate e cantieri già in corso, la Regione Basilicata intende affrontare l’attuale crisi costruendo un sistema idrico più solido, equo e sostenibile per tutti i lucani.