Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Ehpa Basilicata:
“Come associazione impegnata da sempre nella lotta alle ingiustizie ambientali e sociali, e dopo aver più volte denunciato abusi e applicazioni normative errate, ribadiamo con forza il nostro impegno politico: fermare la corsa al cemento che sta snaturando le nostre realtà urbane e minacciando il territorio.
La Basilicata non può accettare che il proprio paesaggio, la propria storia, la propria identità vengano sacrificati sull’altare della speculazione edilizia.
Assistiamo alla progressiva perdita del contatto con la natura urbana, a spazi pubblici che diventano residuali, ad aree periferiche che si degradano e a suoli fertili che vengono erosi senza visione”.
Bruno Scarabaggio, presidente Ehpa Basilicata, dichiara:
“La legge regionale 25/09 trae origine da un decreto nazionale del 2008, nato con finalità temporanee e circoscritte, volte a favorire la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e delle aree urbane degradate.
Tuttavia, nel tempo, la sua applicazione in Basilicata si è progressivamente allontanata da questi principi ispiratori, generando distorsioni interpretative e conflitti tra Regione e Comuni, nonché ambiguità normative rispetto agli strumenti urbanistici locali.
È necessario chiarire una volta per tutte – e lo diciamo con fermezza – che la legge 25/09 non può e non deve essere applicata agli edifici non ancora realizzati, ma solo ai fabbricati esistenti, regolarmente autorizzati e già realizzati al 3 dicembre 2012.
Per “autorizzati” non si può intendere il semplice possesso di un titolo abilitativo o di una concessione in corso di validità: la norma si riferisce in modo inequivocabile a edifici con strutture fisiche già presenti, dunque a interventi di recupero e riqualificazione dell’esistente, non a nuove edificazioni o ampliamenti mascherati.
La confusione interpretativa che ancora oggi accompagna l’applicazione della 25/09 rischia di compromettere il principio fondamentale di tutela del territorio e di aprire la strada a nuovi episodi di consumo di suolo e speculazione edilizia”.
L’associazione ha deciso di sostenere la proposta di Europa verde AVS invitando i cittadini a firmare la petizione per chiedere che la legge venga finalmente applicata in modo da salvaguardare le città lucane dall’ulteriore consumo di suolo e promuovere una vera rigenerazione urbana evitando speculazioni:
“E’ necessario un radicale cambio di passo teso davvero ad aiutare le famiglie a riqualificare e valorizzare il patrimonio edilizio, frutto del lavoro di una vita, secondo gli standard europei, creando così nuovi posti di lavoro e una più equa distribuzione della ricchezza.
Basta consumo di suolo!
Sì alla rigenerazione urbana sempre più necessaria per combattere il cambiamento climatico e la lotta alla povertà energetica”.






















