Policoro, rischio idraulico in questa zona: questa la situazione

Trasmettiamo e pubblichiamo il comunicato del consigliere provinciale Giuseppe Maiuri che esprime dubbi in merito agli interventi di mitigazione del rischio idraulico sul Canale 7:

“In merito al progetto denominato “Interventi di mitigazione del rischio idraulico in corrispondenza del Canale 7 nel Comune di Policoro”, si rende noto che l’Ente Gestore della Riserva Naturale Orientata Bosco Pantano di Policoro ha trasmesso alla Regione Basilicata, agli enti competenti e ai soggetti interessati due documenti contenenti puntuali osservazioni di carattere tecnico e istituzionale in riferimento al provvedimento regionale adottato nella fase di screening della Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA).

Pur riconoscendo la legittimità e l’importanza dell’obiettivo di mettere in sicurezza il territorio sotto il profilo idraulico, il Consigliere Provinciale Giuseppe Maiuri sottolinea come l’attuale configurazione del progetto presenti rilevanti criticità per la funzionalità ecologica e la conservazione dell’habitat 91F0, tutelato a livello comunitario e compreso nell’area protetta della Riserva.

Le osservazioni trasmesse, frutto di oltre trent’anni di attività scientifica e monitoraggio ecologico all’interno del biotopo di Policoro, evidenziano importanti problematiche di natura ecologica, idrogeologica e procedurale.

È motivo di profondo rammarico constatare l’assenza di un confronto preliminare tra il soggetto proponente e l’Ente Gestore, nonostante il progetto interessi direttamente un’area protetta inserita nella rete Natura 2000.

Particolare preoccupazione desta la prevista destinazione dell’area denominata “Giumenteria” a bacino di smaltimento delle acque provenienti dal Canale C7 e dai suoi affluenti.

Tale scelta appare in netto contrasto con le caratteristiche morfologiche e ambientali del sito.

Ancor più grave è l’ipotesi di trasformare porzioni della Riserva Naturale del Bosco Pantano — riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) — in un bacino naturale per il trattamento di acque potenzialmente contaminate da fitofarmaci e sostanze chimiche.

Tale proposta risulta in palese contraddizione non solo con la normativa vigente, ma anche con le finalità che giustificano l’istituzione e la tutela delle aree protette.

Qualsiasi intervento che incida su un patrimonio ambientale così prezioso e delicato deve necessariamente essere sottoposto a un processo trasparente, partecipato e supportato da solide analisi tecnico-scientifiche.

È fondamentale riconoscere e valorizzare il ruolo degli enti gestori, garanti della tutela ambientale, e assicurare il pieno rispetto della legalità e dei principi di sostenibilità in ogni fase della pianificazione territoriale.

A tal proposito, rivolgo un sincero ringraziamento al Dirigente dell’Ente Gestore della Riserva per l’impegno, la competenza e la dedizione con cui svolge quotidianamente il proprio ruolo a difesa del nostro prezioso ecosistema.

Ho personalmente interloquito con diversi attori coinvolti, a vario titolo, nel progetto in questione, nonché con il RUP (Responsabile Unico di Progetto) incaricato.

Vi è ancora tempo e modo per apportare correttivi utili a rendere l’intervento realmente sostenibile.

Diversamente, si corre il rischio di vanificare un investimento di 2,5 milioni di euro, con un’opera destinata a rimanere incompiuta, realizzata “a secco” e priva di efficacia se non verranno prima risolte le gravi criticità ambientali evidenziate.

Ciò rappresenterebbe uno spreco di risorse pubbliche e lascerebbe la comunità ancora esposta al rischio idraulico”.