Stellantis: “Filosa sta dimostrando di avere idee chiare per rilanciare i nuovi modelli che saranno prodotti a Melfi”. I dettagli

“Sappiamo che ha ereditato una situazione complessa lasciata dal predecessore Carlos Tavares, ma siamo convinti che Antonio Filosa, che da oggi esercita la funzione di nuovo Ceo di Stellantis, sta dimostrando di avere idee chiare per rilanciare le auto “made in Italy” e in particolare i nuovi modelli che saranno prodotti a Melfi”.

Così l’assessore allo Sviluppo Economico Francesco Cupparo per il quale lo Stellantis Leadership Team (SLT) che ha nominato oggi, la squadra formata da tre manager italiani (Emanuele Cappellano, Davide Mele e Monica Genovese) e di cui fa parte Jean-Philippe Imparato che guiderà l’Europa, “è una squadra composta da figure interne chiave, selezionate per la loro profonda conoscenza dei marchi, dei prodotti e dei clienti e può essere considerata una garanzia di un buon avvio della nuova era Filosa per l’automotive, settore sempre più rilevante in Basilicata per occupazione diretta ed indotta e per le attività di imprese dell’area di San Nicola di Melfi.

Filosa dovrà dare risposte sul piano industriale italiano e quindi attendiamo, insieme al Presidente Bardi, di incontrarlo per un confronto diretto, in modo da ottenere garanzie sulla piena saturazione degli impianti di Melfi chieste in primo luogo dai sindacati.

Le sue prime dichiarazioni oggi di riaffermazione di quelle che definisce “radici profonde nelle regioni in cui Stellantis opera” contestualmente al richiamo alla “costante dedizione alla costruzione del futuro del Gruppo” sono positive.

Filosa è chiamato a un deciso cambio di passo rispetto alla gestione Tavares. Oltre alle questioni operative, c’è una sfida più strutturale: quella della governance.

La lunga fase di transizione post-Tavares ha lasciato il gruppo in uno stato di sospensione, senza un piano di successione chiaro e con molte incognite sul futuro. Dal nuovo Ceo ci aspettiamo una visione strategica che tenga conto della centralità e potenzialità, del resto già ampiamente dimostrate, dello stabilimento di Melfi”.