Stellantis di Melfi: “lavoratori costretti ad accettare il trasferimento, pur di non perdere il posto di lavoro”. Ecco cosa sta succedendo

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Consigliere Regionale di Basilicata del MoVimento 5 Stelle, Gianni Leggieri:

“Quale futuro avranno i lavoratori dello stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi?

Il colosso francese, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, nei giorni scorsi ha inoltrato una lettera a 70 dipendenti, comunicando loro il trasferimento dalla sede di Melfi a quella di Pomigliano d’Arco.

Una decisione assunta unilateralmente senza considerare il disagio che si andrà a creare alle famiglie di questi lavoratori e lavoratrici che, a malincuore, saranno costretti ad accettare la trasferta, pur di non perdere il posto di lavoro.

Risale solamente ad appena due anni fa la visita dell’amministratore delegato Stellantis, Carlos Tavares, allo stabilimento lucano di Melfi; il manager riconobbe la centralità della fabbrica lucana nella strategia del Gruppo ed, in aggiunta, l’assessore di allora si soffermò, in particolare, sul potenziamento della produzione di modelli elettrici ed ibridi per accrescere l’occupazione e far diventare lo stabilimento del Gruppo Stellantis il punto più avanzato dell’auto ecologica e a basso consumo.

Parole ormai che sono state disperse nel vento, visto che, nel frattempo, Melfi perde pezzi.

Per non parlare poi degli scenari futuri che si profilano per il settore delle automotive e per il Campus per l’innovazione del manufacturing.

Il progetto esecutivo, approvato nel 2010, ha visto la realizzazione di un corso di Alta Formazione specialistica per trenta neo laureati lucani e la nascita di un Campus di ricerca industriale per il settore automotive in Basilicata.

Nonostante ciò, ad oggi, non solo non vi è stato alcun rilancio del tessuto imprenditoriale lucano, anzi, ci troviamo di fronte ad un ulteriore svuotamento dell’azienda di Melfi e ad uno smantellamento di linee e fabbriche per mano del colosso francese“.