Provincia di Matera: migranti in casolari abbandonati e in condizioni di estrema precarietà. La richiesta

L’andamento del fenomeno migratorio della provincia, con le dinamiche e criticità che lo contraddistinguono, ha formato oggetto di una approfondita analisi nel corso di una riunione del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione che si è svolta l’11 gennaio, presieduta dal Prefetto di Matera, dott. Sante Copponi.

Il Consiglio Territoriale, organismo preposto al monitoraggio della presenza dei cittadini stranieri immigrati nel territorio e della capacità di quest’ultimo di assorbire i flussi migratori, è composto da rappresentanti delle amministrazioni statali, degli Enti locali, della Camera di Commercio, delle associazioni che operano nel campo dell’assistenza e dell’integrazione, delle organizzazioni datoriali e di lavoratori, configurandosi quindi come organo di supporto strategico del Prefetto nella gestione del fenomeno stesso.

Il Prefetto Copponi nell’introdurre la riunione ha dichiarato che scopo dell’incontro era quello di raccogliere e mappare le problematiche locali legate all’immigrazione, per la promozione di ogni utile iniziativa per l’integrazione socio-territoriale degli immigrati, anche mediante la formulazione ai diversi livelli istituzionali delle proposte idonee a superare le criticità avvertite.

Dalla lunga e approfondita disamina che è seguita, è emerso che il primo grande problema che affligge la provincia di Matera è quello della sistemazione abitativa dei migranti, soprattutto di quelli – e sono tanti – impegnati nei lavori agricoli nel metapontino.

In sede di riunione è emerso che questo è un fenomeno annoso che si è caratterizzato, nel corso degli anni, con le conosciute sistemazioni precarie in casolari abbandonati, in ruderi fatiscenti in condizioni di estrema precarietà e degrado igienico-ambientale e sociale.

Il culmine del fenomeno è stato raggiunto con lo sgombero della Felandina, in Comune di Bernalda, dove si è registrata la morte di una migrante.

E’ stata pertanto rappresentata in numerosi interventi l’improcrastinabile necessità di trovare prontamente una soluzione in grado di corrispondere a quello che si configura come un bisogno primario, all’ombra del quale si intersecano fenomeni di illegalità diffusa, quale il caporalato.

Nel corso della riunione diversi interventi di esponenti del mondo associativo e sindacale hanno segnalato il problema riguardante la necessità della definizione dell’iter amministrativo previsto per consentire il completamento del Centro di accoglienza presso la “Città della Pace” di Scanzano Jonico, per cui a suo tempo è stato condiviso un progetto e per il quale è stato stanziato un cospicuo finanziamento, anche con fondi PON Legalità, che, altrimenti, andrebbe perduto.

Al riguardo, il Prefetto, aderendo alle sollecitazioni rappresentate, ha assicurato il suo interessamento presso la Regione per conoscere lo stato amministrativo della pratica e chiedere notizie sui tempi di definizione della stessa.

Particolarmente significativi sono risultati gli interventi del sig Questore, del dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, del dirigente provinciale dell’INPS e del rappresentante dell’Ispettorato territoriale del lavoro che hanno segnalato le attività di competenza poste in essere nei confronti del fenomeno migratorio.

Il Prefetto a conclusione dell’incontro si è riservato di procedere alla convocazione del Consiglio Territoriale con cadenza mensile, al fine di dar vita ad una sorta di osservatorio permanente rivolto all’esame congiunto tra istituzioni, mondo delle associazioni di volontariato, di categoria, delle organizzazioni sindacali dei problemi relativi a specifiche questioni, tra le quali assume rilevanza il fenomeno del caporalato, che si presenteranno in questo territorio al fine di trovare soluzioni condivise.