Il fascino della nostra Matera sbarca in America sul famosissimo “The New York Times”!

Non si fermano le notizie dal mondo su Matera!

Dopo l’articolo sul quotidiano più letto della Spagna, “El País” ,  i cartelli pubblicitari dell’Enit per strade, metro, bus, aeroporti delle città e infite l’articolo sul “London Evening Standard”, un quotidiano inglese , la nostra Capitale europea della Cultura sbarca a New York!

Un articolo, che è più una testimonianza di viaggio, all’interno di uno dei quotidiani pù letti d’America, il “The New York Times”, in cui la giornalista, Danielle Pergament, in primo luogo, discute di Matera con il primo cittadino, Raffaello De Ruggieri.

Il sindaco sostiene di non voler vedere la sua città invasa dai turisti, perchè rischiano di “esaurire l’anima della città”.

Di seguito la traduzione dell’articolo:

“Un sindaco in realtà non dovrebbe dire nulla del genere:

‘Non vogliamo turisti’.

Ho aspettato la battuta seguente. Ma non arrivò.

‘Non vogliamo essere occupati dai turisti’, ha continuato.

‘Il turismo’, ha spiegato, ‘esaurirà l’anima della città, e questa città ha un’anima preistorica’.

Ero a Matera, un’antica città di circa 60.000 persone, arroccata in cima all’alto tacco d’Italia.

Il sindaco Raffaello De Ruggieri e io ci sedemmo sotto un pergolato di giovani viti rampicanti, un vago tono d’ombra sotto il sole punitivo del Mediterraneo.

Nel 2019, Matera, il gioiello della Basilicata, una regione del Sud Italia, sarà consacrata Capitale europea della Cultura.

È una fonte di grande onore e orgoglio per la città.

Per tutto l’anno ci saranno festival e mostre.

Migliaia e migliaia di, beh, turisti arriveranno in città.

‘Questa città è viva da 8000 anni’, mi disse.

‘Ma è sempre stata povera’.

Il signor De Ruggieri ha poi iniziato a rivedere quegli ultimi 8000 anni.

Ed ecco come ha fatto, mi ha esposto tre date importanti della storia recente della Basilicata:

  • il 1922, quando la Basilicata fu ribattezzata Lucania dai fascisti (tornò Basilicata nel 1948);
  • il 1945, quando il dottore e scrittore confinato, Carlo Levi, pubblicò qui il suo memoriale dell’esilio, “Cristo si fermò a Eboli”, che divenne un documento definitivo delle realtà del Sud Italia (estrema povertà, carestia, malattie, malaria diffusa);
  • infine, nel 1993, quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, o semplicemente Unesco, aggiunse Matera a una delle liste più esclusive del mondo.

Gli occhi di De Ruggieri si incresparono di orgoglio per l’ultimo sviluppo.

‘Siamo passati dalla vergogna all’essere un sito del patrimonio mondiale’, ha detto.

Stavamo prendendo un caffè nel patio dell’Hotel Sextantio Le Grotte Della Civita, con vista su un burrone (una ripida valle rocciosa che portava giù a un ruscelletto e alle oscure e antiche grotte del Parco Nazionale Alta Murgia).

Intorno a noi, la città raccontava la sua storia: muri di pietra grezza, scale indossate da eserciti del tempo e, più straordinariamente, grotte paleolitiche, un tempo dimora di famiglie e animali da fattoria, scolpite nella matrice della città.

Alcuni di essi sono stati recentemente e simbolicamente, riutilizzati in alberghi e caffè di lusso.

Era una dicotomia sorprendente: una visione che ti trasporta nell’antichità e un caffè macchiato che ti riporta al presente a cinque stelle.

Negli anni ’50, più di 15.000 persone vivevano nelle caverne, ma nel 1952 le autorità dichiararono che le condizioni di vita nelle grotte erano inaccettabili e che vivere in una grotta era illegale.

Fu solo nel 1986 che il governo italiano capì il vero valore e investì denaro nella riabilitazione delle grotte.

‘Ci sono due sorelle che hanno vissuto in una grotta dal 1950’, mi ha detto il sindaco, in modo cospiratorio.

‘Non se ne sono mai andate'”.

L’articolo però continua e parla anche del resto della Basilicata, nello specifico del viaggio da Matera alla costa tirrenica, in cui la giornalista, con altri due accompagnatori, attraversa e scopre la regione.

Passano per Pignola (PZ), in cui degustano uno dei piatti tipici della cucina lucana: gli strascinati con mollica e peperone crusco; attraversano il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri, descrivendolo sublime, perchè vasto e bello da sentirsi soli.

E, infine, arrivano a Maratea (PZ), che nell’articolo viene descritta così:

“Un paesaggio impressionante di imponenti scogliere, sabbia nera e una curiosa giustapposizione di alberi di cedro accanto alle azzurre acque blu del Mediterraneo”.

Ma il viaggio continua e si ritorna a Matera, proseguendo però sulla costa ionica, arrivando alle Tavole Palatine di Metaponto (MT):

“Siamo arrivati ​​nel primo pomeriggio alle Tavole Palatine, del VI secolo a.C., rovine greche dedicate ad Hera nella città di Metaponto.

Immagina lunghe file di colonne calcaree collegate, incorniciate da cespugli di oleandri: fiori rosa e bianchi fragranti, delicati e mortali.

Non c’era nessuno, non un’anima.

Sembrava più di essere nel cortile di un eccentrico miliardario con un pollice verde di un antico tempio alla dea greca del matrimonio.

L’entroterra dalle rovine è la città di Bernalda in cui si trova l’hotel di Francis Ford Coppola, Palazzo Margherita.

Avete mai sentito parlare di questo hotel in Basilicata?

Un palazzo del 19 ° secolo, che il signor Coppola, nel 2004, ha trasformato in un hotel di lusso di nove stanze.

‘Ogni 10 chilometri, cambia, la Basilicata’, ha detto Rossella De Filippo, responsabile dell’hotel.

‘Orizzonte diverso, colori diversi, tutto diverso. Questo è ciò che rende speciale la Basilicata’.

Abbiamo incontrato la signora De Filippo al bar Cinecittà del Palazzo Margherita.

‘Ho trascorso del tempo in Puglia, Calabria e Sicilia, ma la Basilicata è diversa, più tranquilla’.

Ho chiesto alla signora De Filippo, che è cresciuta nelle vicinanze, perché la Basilicata è più tranquilla delle regioni circostanti.

‘Ci piace dire che siamo così poveri che anche la mafia non è interessata a noi’, disse ironicamente.

‘I veri Lucani sono poveri, forse ingenui, ma sono gentili”, ha detto la signora De Filippo, usando il nome alternativo della regione.

‘Agricoltori, pastori, non sono persone a cui la mafia è interessata.

Sono semplici, ma incredibilmente generoso'”.

A Matera, la giornalista ha incontrato anche Salvatore Adduce, presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019, che ha sottolineato l’affermazione del sindaco De Ruggieri:

“‘Sarò brutale: non vogliamo turisti’, ha detto Adduce, un gentiluomo con una camicia frizzante e una cravatta pesantemente annodata.

‘Voglio che le persone abbiano un’esperienza che cambierà le loro vite, cambierà il mondo.

Per le mostre del prossimo anno, Matera venderà i pass buoni per tutto il 2019.

I visitatori saranno temporanei abitanti culturali e verrà chiesto loro di lasciare un oggetto personale dietro.

Alla fine dell’anno, questi oggetti diventeranno la loro mostra personale'”.

Speriamo che sempre più americani vengano a visitare tutta la Basilicata e la Città dei Sassi senza intaccare il suo valore storico, ma comprendendolo.

Di seguito la foto dell’articolo sul The New York Times.