Basilicata: accensione e benedizione delle candele: sta per arrivare la “Candelora”: questo il significato profondo

Questa notte si celebra la nota Festa della “Candelora“.

Secondo la tradizione, si dice addio all’Inverno e ci si prepara alla Primavera, per questo viene considerata la “festa di mezzo inverno”.

Il termine pare derivi da una festa romana, la “festum candelarum”.

Infatti, nonostante all’inizio di Febbraio le giornate cominciano ad allungarsi, la luce del sole è ancora tenue e ricorda proprio quella di una candela.

Questa antica tradizione Cristiana ha quindi come tema principale la luce, espressa nell’accensione e benedizione delle candele.

Come spiega MeteoWeb, il 2 Febbraio la Chiesa Cattolica celebra la della Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme, nell’adempimento della Legge Giudaica riguardante i primogeniti maschi, detta anche “Festa delle luci”.

Quaranta giorni dopo il Natale, infatti, Gesù fu condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere quanto prescritto dalla legge mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente ed esultante.

Al Tempio Maria e Giuseppe incontrano Simeone e Anna.

Perché dunque il nome Candelora? La risposta si trova tra le parole pronunciate da Simeone, nel suo celebre “Cantico” riportato dal Vangelo di Luca, mentre teneva in braccio Gesù Bambino:

“Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace, secondo la tua Parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele” (Luca 2,29).

Gesù è riconosciuto, dunque, come Luce del mondo.

E’ per questo che i fedeli, partecipanti alla celebrazione liturgia, accendono le candele: per onorare Gesù, luce vera, venuta nel mondo per dissipare le tenebre. Secondo la legge giudaica, tutti i primogeniti appartenevano al Signore e i loro genitori dovevano riscattarli con un agnello o con due colombe, offerti in sacrificio al posto dei loro figli.

Maria si sottomette a questa legge, sapendo benissimo che, presentando Gesù al Tempio anziché sottrarre il suo primogenito al sacrificio, faceva proprio l’offerta di quel sacrificio che egli avrebbe, un giorno, consumato sul Calvario per la nostra Redenzione.

La festa delle Luci ebbe origine in Oriente col nome di Ipapante (Incontro) e la prima testimonianza storicamente accertata della festa risale al IV secolo, a Gerusalemme. Egeria, scrittrice romana del IV-V secolo, nel suo “Itinerarium Egeriae”, ci parla di un certo rito del Lucernare, scrivendo:

“Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima”.

A partire dal VI secolo, la festa si estese in Occidente. Fino alla recente riforma del calendario liturgico, questa ricorrenza si chiamava “della Purificazione della SS. Vergine Maria”, seguendo la tradizione ebraica secondo la quale una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva recarsi al tempio per purificarsi.

La festa della Purificazione della SS. Vergine Maria chiude il periodo delle celebrazioni natalizie, aprendo il cammino verso la Pasqua.