Auto elettriche: una colonnina ogni 60 chilometri. Ecco il piano europeo

Stazioni di ricarica rapida per auto e furgoni elettrici ogni 60 chilometri a partire dal 2025.

Ma anche un’infrastruttura di rifornimento di idrogeno in grado di servire sia autovetture che furgoni in tutti i nodi urbani e ogni 200 chilometri sulle autostrade a partire dal 2030“.

Come si legge su today, “Sono questi due dei punti principali del regolamento approvato in via definitiva dall’Unione europea per potenziare la rete di servizi per i mezzi di trasporto a zero e basse emissioni.

L’accordo tra Commissione, Parlamento e Stati membri è stato raggiunto a Bruxelles dopo gli ultimi negoziati tra le tre istituzioni Ue.

‘Si tratta di un accordo storico, che consentirà la transizione verso un trasporto a zero emissioni e contribuirà al nostro obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030‘, scrive la Commissione europea.

Il nuovo regolamento sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi fissa obiettivi di diffusione obbligatori per l’infrastruttura di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno nel settore stradale, per la fornitura di elettricità da terra nei porti marittimi e lungo vie navigabili interne e per la fornitura di elettricità agli aeromobili in stazionamento.

Inoltre, il regolamento fissa delle norme a favore degli automobilisti come la completa trasparenza dei prezzi, requisiti minimi per l’armonizzazione delle opzioni di pagamento e l’obbligo di fornitura di informazioni coerenti ai clienti in tutta l’Ue da parte degli operatori del settore.

Per quanto riguarda le auto e i furgoni elettrici, il provvedimento richiede che l’infrastruttura di ricarica deve ‘crescere allo stesso ritmo della diffusione dei veicoli’.

A tal fine, ‘per ciascuna autovettura elettrica a batteria immatricolata in uno Stato membro deve essere messa a disposizione una potenza di uscita di 1,3 kW nell’infrastruttura di ricarica accessibile al pubblico’.

Inoltre, a partire dal 2025, lungo le autostrade europee devono essere installate ogni 60 chilometri stazioni di ricarica rapida di almeno 150 kW.

Sempre a partire dal 2025, dovranno essere realizzate anche stazioni di ricarica per i veicoli pesanti con una potenza di almeno 350 kW.

Queste stazioni devono essere dislocate ogni 60 chilometri lungo i principali assi autostradali europei, e ogni 100 chilometri sul resto delle direttrici stradali, assicurando entro il 2030 la completa copertura della rete.

Le stazioni di ricarica devono inoltre essere installate in aree di parcheggio sicure per la ricarica notturna e all’interno dei nodi urbani per i veicoli addetti alle consegne.

Il regolamento fissa anche dei target per l’idrogeno: a partire dal 2030 deve essere realizzata un’infrastruttura di rifornimento per i veicoli leggeri alimentati con questo carburante in tutti i nodi urbani e ogni 200 chilometri lungo le principali autostrade del continente. L’infrastruttura per i carburanti alternativi dovrà essere potenziata anche per navi e aerei.

‘I porti marittimi in cui il numero di scali effettuati da navi passeggeri di grandi dimensioni è almeno 50 o in cui il numero di scali effettuati da navi portacontainer è almeno 100 devono fornire a tali navi elettricità tramite uscita da terra entro il 2030 – spiega Bruxelles -.

Questo non solo contribuirà a ridurre l’impronta di carbonio del trasporto marittimo, ma abbatterà in misura significativa anche l’inquinamento atmosferico locale nelle zone portuali’.

Gli aeroporti devono invece fornire energia elettrica agli aeromobili in stazionamento presso tutti i gate entro il 2025 e presso tutte le postazioni remote entro il 2030.

Infine, ‘i gestori dei punti di ricarica elettrica e delle stazioni di rifornimento di idrogeno devono garantire la completa trasparenza dei prezzi, offrire un metodo comune di pagamento ad hoc, come le carte di debito o di credito, e rendere disponibili attraverso strumenti elettronici i dati (ad esempio l’ubicazione), garantendo che il cliente sia pienamente informato’, scrive sempre la Commissione europea”.