100 migranti nel materano: “Sollecito la Ministra a mettere a disposizione altre strutture sanitarie militari”

Il senatore Saverio De Bonis, dopo aver appreso del trasferimento di cento migranti tunisini da Porto Empedocle a una struttura alle porte di Ferrandina (MT) per il periodo della quarantena, dichiara:

“L’arrivo a Ferrandina per la quarantena di cento migranti provenienti da Porto Empedocle mi impone di chiedere chiarimenti e interventi adeguati alla Ministra dell’Interno.

Intanto, pur essendo rassicuranti le notizie sulla negatività al tampone di queste persone, ho chiesto al Sindaco di esigere una controprova, in quanto massima autorità sanitaria.

Tra l’altro, è stato riferito che la struttura dove dovrebbero essere ospitati i migranti può accogliere al massimo 50-60 persone.

Dunque, non sarebbero rispettate le regole obbligatorie di distanziamento sociale.

Inoltre, il centro è chiuso da un anno e dunque sorgono dubbi sulla sua capacità di adempiere alle norme igienico-sanitarie e di sicurezza.

E, fatto ancor più preoccupante, si trova nei pressi di una stazione che serve moltissimi cittadini materani e lucani, il che creerebbe una promiscuità inaccettabile.

Sul tema degli arrivi in Basilicata, nei giorni scorsi, ho già presentato un’interrogazione ai ministri Lamorgese e Speranza, per sapere come intendano gestire i 36 casi di COVID registrati tra i migranti arrivati a Potenza e Irsina da Lampedusa.

Oggi sollecito nuovamente la Ministra dell’Interno a mettere a disposizione altre strutture sanitarie militari per monitorare queste persone e garantire che la quarantena venga svolta in piena sicurezza.

Ciò è stato fatto nel caso di Potenza, ma non di Irsina.

E invece andrebbe fatto in tutti i casi, anche in quest’ultimo di Ferrandina, perché non possiamo permettere che una regione che, grazie ai sacrifici dei cittadini lucani, fino a ieri contava zero contagi diventi terra di focolai.

In generale, nella gestione dei flussi migratori si deve porre particolare attenzione a questo aspetto, rafforzando i controlli sanitari e predisponendo adeguate misure di sicurezza in strutture specifiche.

Se il soccorso è un dovere morale, lo è anche garantire la salute dei propri cittadini”.