Meloni per la fiducia alla Camera: “Stravolgerò i pronostici. Non utilizzeremo il voto degli italiani per sostituire un sistema di potere”. I dettagli

“Stravolgerò i pronostici”.

Così la presidente del consiglio Giorgia Meloni nel suo discorso alla Camera.

Dopo la campagna elettorale estiva, l’elezione dei presidenti del Senato e della Camera e il giuramento del nuovo esecutivo, è arrivato il giorno della fiducia, è arrivato il giorno della fiducia.

Meloni nel corso del suo intervento ha aggiunto:

“Non sarà una navigazione facile, per la gravosità delle scelte ma anche per un pregiudizio politico che colgo nelle analisi che ci riguardano.

In parte giustificato: sono la prima donna, vengo da una storia politica relegata ai margini della Repubblica, e non arrivo qui fra le braccia di un contesto familiare favorevole o con amicizie importanti.

Sono un underdog, come dicono gli inglesi, per riuscire devo stravolgere tutti i pronostici. Voglio farlo ancora.

Penso alla responsabilità che ho nei confronti delle donne che affrontano difficoltà ingiuste per vedere apprezzato il loro talento.

Ma anche a chi ha costruito con le assi del loro esempio la scala che ha consentito a me e di salire e rompere il tetto di cristallo sopra le nostre teste.

Donne come Cristina Trivulzio di Belgioioso, elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie Montmasson, testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina Strada, che pedalò forte contro il vento del pregiudizio.

Come Maria Montessori o Grazia Deledda che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese.

E poi Tina Anselmi, Nilde Jotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, Ilaria Alpi, Mariagrazia Cutuli, Fabiola Giannotti, Marta Cartabia, Elisabetta Casellati, Samantha Cristoforetti, Chiara Corbella Petrillo: grazie per avere dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io.

Mi impegno a guidare il Paese per cinque anni anteponendo l’0interess anazionale a quello di partito.

Non utilizzeremo il voto degli italiani per sostituire un sistema di potere.

Se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati non ci tireremo indietro, perché il coraggio non ci difetta.

Siamo eredi di San Benedetto, patrono principale dell’Europa.

Non sabotiamo l’istituzione europea, ma vogliamo contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese.

Ma l’Europa non ha soci di serie A e serie B.

Serve un’integrazione più efficace nell’affrontare le grandi sfide. Dobbiamo essere uniti nella diversità.

Una casa comune europea vuole dir regole condivise: noi rispettiamo le regole che esistono ma offriamo il nostro contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a cominciare dal patto di stabilità.

A testa alta, con spirito costruttivo ma senza subalternità, come troppo spesso accaduto in passato.

Il Pnrr è un’opportunità straordinaria per migliorare l’Italia.

Una sfida complessa, per limiti burocratici che già hanno reso difficile la spesa europea ordinaria.

Ma finora sono state rendicontate opere già avviate in passato.

Impiegheremo al meglio le risorse disponibili.

Ma concorderemo con l’Ue i correttivi necessari per migliorare la spesa, a fronte dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Con un approccio pragmatico e non ideologico.

Non ci saranno più bonus da campagna elettorale ma investimenti di medio termine.

L’Alleanza atlantica esiste per offrire un quadro di pace e sicurezza che diamo spesso per scontato.

La libertà ha un costo, e quel costo è la capacità di difendersi e l’affidabilità nel quadro delle alleanze di cui fa parte. L’Italia lo ha affrontato con le missioni internazionali di cui è stata protagonisti.

Va il nostro sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Fedeazione russa.

Non possiamo accettare la guerra di aggressione, anche perché dobbiamo difendere il nostro interesse nazionale.

Solo così potremo chiedere che gli oneri della crisi siano suddivisi.

E’ quello che già facciamo, a partire dalla questione energetica. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema”.